Vivendi, a oggi, detiene il 28,8% del capitale e il 29,94% dei diritti di voto di Mediaset. Un ulteriore passo avanti della società di Vincent Bollorè nel cuore del Biscione nel giorno in cui i rappresentanti di Mediaset hanno esposto alla Consob i dettagli della vicenda definita scalata ostile dal numero uno Fedele Confalonieri nei giorni scorsi.

Marco Giordani, direttore finanziario del gruppo Cologno Monzese, uscendo dagli uffici della Consob a Milano, parla di una vicenda “abbastanza chiara”. Alla domanda se tra le ipotesi che hanno spinto all’esposto alla Consob resti quella che Vivendi possa aver dato forfait sull’acquisto di Premium per deprimere il titolo e acquistare ad un prezzo inferiore Giordani ha risposto: “Sono considerazioni personali. I fatti sono quelli che conoscete, c’è qualcuno che deve giudicare”. Il cfo di Mediaset ha poi aggiunto che non sono arrivate richieste di assemblea straordinaria da Vivendi (“a quanto ne so io no”, ha detto) e spiegato di non aver portato oggi alla commissione nuova documentazione. Infine, a chi gli ha chiesto se si attenda che Vivendi lanci una Opa, “non dovete chiedere a me”, ha risposto. Consob ha convocato per venerdì mattina a Roma il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. Intanto le azioni Mediaset hanno chiuso la giornata in Borsa in calo del 12,40% portandosi a 4 euro. Ancora intensi gli scambi: con 54,2 milioni di pezzi trattati è passato di mano il 4,6% del capitale.

Ieri nella guerra per Mediaset è intervenuto il Garante delle comunicazioni: dopo l’esposto del gruppo di Cologno Monzese, l’AgCom ha aperto un’istruttoria per verificare, e se il caso eliminare, la formazione di posizioni dominanti nel Sistema integrato di comunicazioni. Il fondatore del gruppo Silvio Berlusconi era tornato sul caso affermando di non potersi immaginare “Mediaset non guidata dalla mia famiglia”. Sugli acquisti Vivendi, poi, ipotizza una strategia, una “azione di forza” dei francesi per far rinunciare il gruppo alle cause sulla mancata acquisizione di Premium. “Ci hanno fatto un ricatto – dice -, un’estorsione e quindi siamo in una battaglia di fronte a questa scalata ostile e pensiamo di resistere”.

Intanto, secondo quanto scrive l’Ansa, si è tenuta una riunione in Consob tra tecnici della Commissione e tecnici dell’AgCom per fare il punto, una ricognizione sul piano normativo posto che sul tema operano normative di settore diverse. L’AgCom agisce sulla base del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar), Consob con il Testo unico della finanza (Tuf).

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