Alla fine la rottura è arrivata. La sindaca di Torino Chiara Appendino e i consiglieri del M5S hanno presentato stamattina una mozione per uscire dall’osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, un atto che forse verrà discusso e votato lunedì dal consiglio comunale. Il giorno del suo insediamento Appendino aveva detto: “Se non ci sarà dialogo, lascerò il tavolo”. E così, sostengono i grillini, è stato.

“Avevamo chiesto, prima del voto in Parlamento per la ratifica degli accordi tra Italia e Francia, di fare un consiglio comunale aperto per ascoltare i tecnici favorevoli e contrari all’opera – spiega Alberto Unia, capogruppo del M5S – tuttavia i consiglieri del Pd, della lista civica per Fassino, e due del centrodestra, Alberto Morano e Osvaldo Napoli, si sono opposti”. Per poter fare il consiglio aperto erano necessari due terzi degli eletti e il numero non è stato raggiunto per tre volte. “Siamo arrivati quindi alla rottura e al deposito di questo atto”.

“La mozione – ha spiegato la sindaca – ci aiuta a spiegare perché siamo fortemente contrari alla Tav, un investimento che anche alla luce dei benefici previsti non riteniamo necessario o prioritario e pensiamo che quelle risorse andrebbero investite meglio”. Nel testo, infatti, vengono riepilogati diverse ragioni, soprattutto economiche, degli oppositori all’opera. La mozione, se approvata, spingerà a “formalizzare il più presto possibile l’uscita della Città di Torino e dei suoi rappresentanti dall’Osservatorio Tecnico relativo alla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione”, un organismo presieduto da Paolo Foietta che, si legge, “non ha il compito di discutere e valutare l’opera in quanto tale, ma solo di considerarne le modalità di realizzazione, tanto da richiedere, a partire dal 2010, una dichiarazione preventiva, da parte delle amministrazioni che debbano esservi rappresentate, di non contrarietà all’opera”.

Non solo. Secondo il documento il capoluogo dovrebbe anche collaborare con le altre amministrazioni italiane e francesi contrarie all’opera per poi “sollecitare il governo e l’Unione europea ad una revisione dei programmi di investimento” più attento al trasporto locale e alla mobilità sostenibile. Per dirla con la consigliera Viviana Ferrero, questo documento “è un segno della nostra vicinanza alla Valsusa”.

Già nei mesi scorsi la sindaca aveva dato chiari segnali sulla linea che l’amministrazione avrebbe seguito. Ad agosto la Città metropolitana, presieduta dalla sindaca di Torino, ha comunicato all’Osservatorio che non metterà più a disposizione gli uffici collocati al sesto piano della sede dallo scadere del contratto il 31 dicembre prossimo, obbligando così il presidente Foietta a cercare dei nuovi spazi. A ottobre, poi, la giunta comunale ha approvato l’istituzione di una commissione di esperti No Tav per affiancare il Comune nella valutazione dei progetti della Torino-Lione.

Eppure, ricorda il senatore Pd Stefano Esposito, “solo tre giorni fa ha organizzato, insieme al presidente Chiamparino (Sergio, ndr), una conferenza stampa per annunciare di aver inviato al governo la richiesta per sottoscrivere il patto per il Piemonte. All’interno di questo patto sono contenute molte opere figlie della realizzazione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione”. Per Foietta, Torino “perde un’opportunità”: “L’Osservatorio continuerà anche senza Torino”.

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