I foreign fighters tornano a casa. Lasciano i campi di battaglia e rientrano in Europa. È l’allarme lanciato dall’Europol nella caldissima estate del Vecchio Continente. Secondo i funzionari dell’agenzia Ue, citati dal giornale Neue Osnabruecker Zeitung,  circa 5.000 jihadisti sono rientrati dai campi di combattimento di Siria e Iraq: di questi tra 1.500 e 1.800 sono tornati in Europa e costituiscono un pericolo concreto per la sicurezza.

“Molti di loro – dicono però i dipendenti di Europol – non hanno voglia né capacità di compiere attentati ma restano centinaia di potenziali terroristi che costituiscono un pericolo per la sicurezza in Europa”. L’agenzia Ue minimizza poi il timore di un utilizzo delle rotte dei profughi da parte dei jihadisti: “Militanti di gruppi terroristici o foreign fighters di ritorno con passaporto Ue non viaggiano in genere con documenti falsi e non si affidano ai trafficanti che trasportano i profughi”.

Il ritorno dei migliaia di jihadisti diventa dunque un ulteriore allarme per l’Europa, che solo nell’ultimo mese è stata colpita dalla strage di Nizza, con Mohamed Lahouaiej Bouhlel che ha investito e ucciso 84 persone sulla Promenade des Anglais mentre assistevano allo spettacolo di fuochi pirotecnici del 14 luglio, dall’attentato di Ansbach, dove Mohammed Delel si è fatto esplodere ferendo 15 persone, e dal blitz nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.

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