Una larga maggioranza di deputati del Labour ha votato per la sfiducia al leader Jeremy Corbyn. Ne ha dato notizia Sky News, che ha sottolineato comunque che la votazione non è vincolante per il capo dell’opposizione. I voti contrari sono stati 172, quelli a sostegno 40, le astensioni quattro: in pratica si tratta dell’80% dei deputati. Dal canto suo, Corbyn ha reagito dicendo che non intende dimettersi. Il voto di oggi “non ha alcuna legittimità costituzionale”, afferma il leader laburista in una nota. “Sono stato eletto democraticamente leader del nostro partito, per portare avanti una nuova politica, dal 60% degli iscritti e dei sostenitori del Labour e non li tradirò dimettendomi”.

La decisione di votare la sfiducia al leader del Labour britannico è arrivata dopo le dimissioni di una trentina di membri del suo governo ombra, scontenti della gestione della campagna referendaria a favore della permanenza del Regno Unito nell’Ue. I 229 deputati laburisti hanno espresso il loro parere con voto segreto, acuendo ancor più la crisi profonda del partito dopo la vittoria della Brexit. Dopo le dimissioni dei ‘suoi’ ministri ombra, Corbyn ha presentato un nuovo governo-ombra e ha dichiarato di non avere intenzione di dimettersi. Stessa, identica posizione assunta oggi dopo aver appreso della sfiducia nei suoi confronti. A sentire Corbyn, facendosi da parte “tradirebbe” il mandato ricevuto dalla base a larga maggioranza.

Anzi, se vi sarà una nuova elezione per la nomina del segretario, lui tornerà a candidarsi perché considera di avere il sostegno della base, specialmente dei sindacati. Secondo il regolamento di partito, si può convocare una nuova elezione per la leadership se 50 deputati appoggiano un nuovo candidato. Nella notte Corbyn ha tenuto una riunione con il suo gruppo parlamentare e, secondo alcuni media locali, alcuni deputati avrebbero tentato di convincerlo a lasciare per il bene del partito. L’ultimo membro della sua squadra che ieri si è dimesso è stato il portavoce della Giustizia, Andy Slaughter, considerato uno dei politici più vicini al leader laburista. Dopo l’incontro con i deputati, Corbyn ha dichiarato a un gruppo di suoi sostenitori riuniti fuori del Parlamento britannico che non devono permettere che il partito si divida. “Non lasciate che i media ci dividano, non lasciate che le persone ci dividano. Restiamo insieme, forti e uniti”, ha aggiunto.

Dalla sua parte Corbyn può vantare tutta una schiera di sostenitori. “Non ha alcun significato la sfiducia”, ha detto Diane Abbott, neo ministro ombra della Sanità. E ha aggiunto che deve essere organizzata una nuova elezione del leader se si vuole ‘defenestrare’ Corbyn. Sulla stessa linea d’onda il sindaco di Londra Sadiq Khan, che ha preferito sfilarsi dalla guerra interna ai laburisti britannici. “Jeremy l’anno scorso ha vinto le elezioni (per la leadership, ndr) con un ampio mandato. Ha un lavoro importante da fare e anche io” ha detto Khan, aggiungendo di aver dedicato “ogni singolo momento” degli ultimi giorni al risultato del referendum. “Non ho avuto tempo di lasciarmi coinvolgere nelle questioni interne al Partito laburista“, ha aggiunto il sindaco.

 

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