“Il ministro Boschi? Sono stato contento della sua affermazione e della pubblicità che ci ha fatto. Se la Boschi facesse un’altra uscita così a pochi giorni dalle elezioni di Roma, le manderei un mazzo di rose rosse enorme e sfavillante“. Così Simone Di Stefano, leader di CasaPound e candidato sindaco di Roma, commenta le discusse dichiarazioni di Maria Elena Boschi. Ospite di Ecg Regione (Radio Cusano Campus), Di Stefano osserva: “Mi dispiace che ci sia questo isterismo di chi dice: ‘No, io non sono come CasaPound’. Noi votiamo no al referendum, fatevene una ragione. Cuperlo voterà come voteremo noi, c’è poco da fare, la Boschi da questo punto di vista ha ragione. Così come Cuperlo respira come respiriamo noi”. Di Stefano si pronuncia anche sul suo competitor, Alfio Marchini, e sulla sua contrarietà alle nozze gay: “Credo che si debba parlare di altre priorità di Roma e non di sciocchezze, come le unioni gay e le buche. C’è la Raggi che parla di funivia tra Casalotti e Boccea. Sono proprio fuori dal mondo. Qui invece ci sono altri problemi, come quello della sicurezza. Ci sono centri di spesa per le emergenze, che vanno chiusi tutti, e sono i centri di accoglienza e quelli per i rom”. E aggiunge: “Mi preoccupa chi da destra è andato a finire con Alfio, che per me un comunista, di famiglia comunista, con intrecci molto importanti con D’Alema. Vedendo Alessandra Mussolini candidata nelle sue liste, penso che tutti e due i nonni, quello di Marchini e quello della Mussolini, si staranno rivoltando nella tomba. Il nonno di Marchini era un partigiano tutto d’un pezzo, che ha praticamente ha ucciso Mussolini, fu l’organizzatore dell’attentato di Via Rasella. Pensate a come potrebbe sentirsi vedendo Alessandra Mussolini nella lista del nipote”
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