“San Francisco has set the goal of achieving zero waste,

or sending nothing to the landfill or incineration, by the year 2020″

Leggo che il governo Renzi ha deciso con lo Sblocca Italia di costruire almeno 12 inceneritori. Non li potrò mai chiamare termovalorizzatori, perché non c’è niente da valorizzare. Sono inceneritori perché bruciano mondezza, e dunque inceneriscono. In Italia ce ne sono 42 già in funzione, sei autorizzati e adesso, con i nuovi dodici in Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo, e Puglia arriveremo a sessanta impianti in tutto lo stivale.

Bottiglie di plastica

Ecco allora cosa accade a San Francisco, la città più verde d’America. Per evitare di generare immondizia hanno deciso di vietare la vendita di bottiglie di plastica tout court. L’inquinamento da plastica è uno dei più grandi problemi ambientali perché non si degrada su tempi brevi e spesso finisce negli inceneritori. Il 90% degli uccelli ha mangiato plastica e il 60% ne ha dei pezzi in corpo. Abbastanza plastica è buttata via ogni anno da circondare il pianeta ben quattro volte. E peggio ancora, la metà della plastica viene usata una sola volta. E il reciclaggio? Sì, in teoria, ma spesso c’è qualcosa che va storto, è costoso smaltirla ed è difficile veramente differenziare per bene. Meglio evitare gli sprechi dall’inizio. Per fare un esempio in Italia la stampa dell’Alto Adige riporta che almeno la metà della plastica che si dovrebbe reciclare viene bruciata. La metà, in Alto Adige.

Ecco allora che arriva San Francisco con la sua decisione monumentale: vietare la vendita di bottiglie di plastica per ridurre l’enorme spreco associato alla loro vendita. Il divieto verrà attuato in maniera graduale da qui al 2020. E’ un divieto che già esiste in 14 parchi nazionali d’America e anche in varie università della East Coast, ma questa è la prima volta che una città intera vieta le bottigliette. La multa sarà di mille dollari per chi vende le bottiglie, e ci saranno incentivi per usare bottiglie riusabili, in vetro per esempio.

Sarà l’ecatombe? No. Il presidente della commissione per l’ambiente di San Francisco, Joshua Arce, dice che questo sarà un nuovo passo verso il loro obiettivo di zero immondizia entro il 2020. La sperimentazione è già stata portata avanti per anni, con eventi pubblici senza bottigliette ed è andato tutto bene, secondo Arce. Il divieto è “another step forward on our zero-waste goal”.

Cosa hanno da dire i colossi della plastica che producono le bottigliette, fra cui la potentissima American Beverage Association di cui fanno parte Coca-Cola e Pepsi? Dicono che è un tentativo “malinformato” della città di risolvere i loro problemi per il beneficio degli “avidi” reciclatori. Sono comici quasi quanto i petrolieri!

A San Francisco sono vietate da anni le buste di plastica, e pure i contenitori di polistirolo, divieti che hanno poi adottato anche in altre città, fra cui Los Angeles. Per non parlare del vuoto a rendere che esiste in tutto lo stato della California dal 1987. A San Francisco dal 1996 (da vent’anni!)  hanno programmi di partnership fra ristoranti da un lato e orti, vigneti e aziende agricole dall’altro, coordinato dalla città e grazie al quale gli avanzi vengono mandati al compostaggio e poi usati per concimare i campi. Ovviamente il tutto non è fatto a casaccio, ma ci sono esperti agronomi, viticoltori e biologi a creare il compostaggio ottimale. Il risultato è di così alta qualità che la domanda di questo concime “naturale” è sempre in eccesso rispetto all’offerta. E tutto a chilometro zero: i ristoranti comprano ortaggi, verdure e vini localmente e gli avanzi tornano ai campi. 

Nel 2006 la città di San Francisco ha reso obbligatorio il riuso di tutti i materiali per l’edilizia. E cioè se rinnovi o abbatti un edificio non puoi mandare niente in discarica.  Cosa devi farci? Separare il tutto in cantiere e mandare metalli, legno, cemento, cartone a impianti specializzati nel loro riuso. Ci sono anche centri specifici che si occupano di rifiuti misti, più difficili da separare. Il tutto è a spese del costruttore. Chi viola la legge rischia multe e processi penali, oltre che la revoca dei permessi edilizi.

Il compostaggio è obbligatorio dal 2009. E sì, ci sono controlli e multe. Ogni mese la città organizza programmi per le scuole e per la cittadinanza su come riciclare e fare il compostaggio al meglio. I raccoglitori per l’umido sono dappertutto e ogni piccolo passo che si attua verso lo zero waste, viene pubblicizzato con orgoglio. Da quando è passata l’ordinanza nel 2009 il business del riciclaggio è aumentato notevolmente, portando anche lavoro. 

E quindi, è una comunità intera che lo vuole questo zero waste, dal sindaco ai cittadini. Nessuno neanche menziona la parola inceneritore qui. Per ora il tasso di riciclaggio a San Francisco è dell’80% ed entro il 2020 si vuole avere il recupero totale di immondizia. Cioè non si vuole mandare niente in discarica. Niente. Tantomeno incenerire.

San Francisco ha 850,000 abitanti e zero inceneritori. Se ci riescono loro a riciclare l’80% della loro immondizia e a programmare per il zero-waste nel 2020, ci possono riuscire tutti. Italia compresa.

Qui le immagini della San Franisisco green e zero-waste

Articolo Precedente

Trivelle alle Tremiti, Paglia (Sel): “La società che ha ottenuto la concessione alle ispezioni è sull’orlo della bancarotta”

next
Articolo Successivo

Cambiamenti climatici, altro che pausa: il 2015 è stato l’anno della grande accelerazione

next