Dopo l’accusa di plagio del Daily Beast ‘Zero Zero Zero’, Roberto Saviano si difende con un lungo intervento sul quotidiano la Repubblica: “Accade sempre così – scrive nel suo articolo -, prima con ‘Gomorra‘ e ora accade con ‘Zero Zero Zero‘: quando un libro ha molto successo, quando supera il muro dell’indifferenza, quando le storie che veicola iniziano a creare dibattito, è quello il momento giusto per fermare il racconto. Per bloccarlo. E come sempre il miglior metodo è gettare discredito sul suo autore”.

Per Saviano l’autore dell’articolo sulla testata statunitense “si sofferma forse un pò troppo sulla mia figura, sul fatto di essere ormai percepito come un personaggio politico e non solo come uno scrittore. Non è evidente, allora, che i miei libri, tutti, finiscano per scontare questa paternità troppo ingombrante?”. Quanto allo specifico delle accuse, Saviano, aggiunge che “quando non si può dire che ciò che racconto è falso, si dice che l’ho ripreso altrove. Ma il mio lavoro è esattamente questo: raccontare ciò che è accaduto, nel mio stile, nella mia interpretazione. Mi accusano di aver ripreso parole altrui: come se si potesse copiare la descrizione di un documentario”.

“Per rendere i brani simili, il mio critico taglia il testo che avrei preso a riferimento”, accusa a sua volta Saviano, fornendone un esempio. Infine lo scrittore sottolinea che “anche stavolta, sul ‘Daily Beast’, tutto prende le mosse dalla causa per plagio avvenuta in Italia: causa anche interessante da raccontare, visto che oltre a me, a processo, è finito un genere letterario, un genere che non è giornalismo, non è saggio e non è invenzione, ma qualcosa di diverso. Secondo me qualcosa di più, e i numeri di ‘Gomorra’ lo hanno dimostrato”.

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