Gli inquirenti hanno scoperto un nuovo gruppo di presunti complici di Amedy Coulibaly, il terrorista 32enne che il 9 gennaio ha ucciso quattro ostaggi nel supermercato ebraico kosher, nella periferia di Parigi e dei fratelli Kouachi, gli autori del massacro di Charlie Hebdo del 7 gennaio, uccisi in una tipografia dove si erano barricati dal blitz della polizia. Sono ormai sette gli indagati in detenzione provvisoria per fatti legati ad azioni terroristiche nel quadro degli attentati di inizio anno. E’ Le Monde che, a quattro mesi dagli attentati del 7 e del 9 gennaio, ha fatto il punto sulle indagini che fin da subito avevano identificato un gruppetto di delinquenti di banlieue accusati di aver aiutato il terrorista francese di origini maliane a procurarsi gilet anti-proiettile, coltelli, guanti e una pistola elettrica (Taser).

Una seconda cerchia di fornitori – scrive Le Monde – potrebbe aver svolto un ruolo ancora più importante nel sostegno logistico al killer di Montrouge e Porte de Vincennes. I primi ad essere stati fermati, a metà gennaio si chiamano Willy P. (28 anni), Christophe R. (25 anni), Tonino G. (22 anni) e Nezar A. (30 anni). Altri due sono stati presi a metà marzo: Amar R. (33 anni) e Saïd M. (25 anni). Poi, un ultimo, a fine marzo: Ali Riza P. (30 anni). Il groviglio di responsabilità sarà difficile da districare. Tuttavia, a forza di interrogatori e analisi tecniche, scrive Le Monde, gli inquirenti sospettano questi ultimi di aver aiutato Coulibaly ad ottenere le armi di cui aveva bisogno e che quest’ultimo avrebbe potuto fornire a sua volta ai fratelli Kouachi.

 

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