Io vi maledico.
A pronunciare queste tre parole, così cariche di rimandi a un’epica e un’epoca che non ci appartiene più non è una divinità dell’Olimpo cui un qualche umano ha trombato la consorte, o un eroe della rivoluzione francese sul punto di finire sotto il plotone d’esecuzione, e neanche una strega che sta bruciando sul rogo, ma il proprietario di un bar in zona Via Montenapoleone.
La maledizione che lancia, incazzato come un puma, è rivolta ai suoi dipendenti, camerieri rei di aver digitato male qualche scontrino relativo, par di capire poi, a dei ticket buoni pasto. Dal bar, infatti, sono da poco usciti due finanzieri, e sul bancone, a fianco di tazzine vuote del caffè e briciole di croissant, si trova una multa che, immagino, sia degna di tale linguaggio. Forse anche a qualcosa di meno ricercato e più colorito.

Io vi maledico.
Credo sia esattamente la stessa cosa che deve aver pensato Madonna rialzandosi dopo la rovinosa caduta che tutti abbiamo visto e rivisto, lì sul palco dei Brit Awards.

Io vi maledico, perché al momento non poteva sapere, Madonna, che colpevole della caduta era in realtà un solo ballerino, lì, vestito da schiavo, unto e con un paio di enormi inspiegabili corna alla Maleficient sul capo, appoggiatosi incautamente sul mantello da strega cattiva della nostra. Ballerino su mantello, o meglio, ballerino con enormi corna su mantello che sul più bello decide di non sganciarsi uguale sforbiciata fantozziana e volo giù dal palco, per una scalinata non altissima, ma immaginiamo piuttosto dolorosa e spigolosa.

Io vi maledico, e, si suppone, che poi sia seguito qualche improperio rivolto verso la propria omonima.
La caduta della regina, hanno scritto in molti.
La fine della regina, hanno detto altri.
Molti, se non tutti.

Ora, fare ironie sulla caduta rovinosa di Madonna ai Brit Awards è esercizio davvero troppo facile, come fare sollevamento pesi con un bilanciere di polistirolo.
Sei la regina del pop, incappata in una sequenza incredibile di incidenti di percorso che ti stanno portando verso la pubblicazione del tuo nuovo album, non più attesissimo, visto che a tranche è già uscito tutto in rete, saccheggiato dagli hacker e messo a disposizione di chiunque sia munito di uno straccio di connessione.

Hai, insomma, iniziato la giornata col piede sbagliato, e il tutto mentre le tue competitor stanno facendo sfaceli.
Katy Perry giganteggia al Super Bowl, tra leoni robot giganteschi e scenografie degne di Kubrick, Lady Gaga, sempre lei, sbanca alla serata degli Oscar, semplicemente cantando da Dio un medley da Tutti insieme appassionatamente di Julie Andrews, nel cinquantennale, di bianco vestita, col bacio finale della stessa Julie Andrews, solo voce e emozioni, Rihanna si divide le copertine con le più recenti Iggy Azalea e Charlie XCX.
Tu, invece, fai i conti con l’anagrafe e con quanti non fanno che rinfacciartela. Mostri le tette, tentando la carta della Milf nel momento in cui, tecnicamente, potresti azzardare quella della Granny. Ma stai sul pezzo. Ce la metti tutta e mentre sei li a ribadire al mondo, o meglio, sul punto di ribadire al mondo che altroché 50 sfumature di grigio, il mondo del sadomaso l’hai sdoganato tu decenni fa coi tuoi video, col libro Sex, con l’album Erotica, pronta a cantare adorata da ballerini schiavi tutti unti e con enormi corna che spuntano da bizzarri copricapi vai a fare un volo imbarazzante, di quelli che se li facesse un comune mortale finirebbe su Paperissima Estate. Un mantello che non si sgancia, un ballerino maldestro e tu quasi ti ammazzi.

Io vi maledico, certo. A ragione.
Ma tu sei Madonna. La numero uno. E quando una numero uno cade, anche se ha ancora in mente il leone robot di Katy Perry, anche se sente la voce cristallina di Lady Gaga perforarle i timpani ancor più del dolore al fianco, che avrebbe messo KO chiunque di noi, ti rialzi e, come niente fosse ti rimetti a cantare, e porti a casa lo show, come nulla fosse. Poi, si suppone, a casa fai gli impacchi col ghiaccio e il Lasonil, non prima di aver impalato come il Conte Vlad il povero ballerino schiavo, di fronte ai suoi colleghi, tanto che serva da monito per i secoli futuri.

Io vi maledico.
Perché come Lady Gaga, incassato il mezzo passo falso di Art pop, sempre che tale si possa definire un album da oltre due milioni di copie vendute, andando prima a duettare con Tony Bennett, poi a collaborare con Paul McCartney e Nile Rodgers e infine a fare il botto agli Oscar, così Madonna, superato l’attacco degli hacker, archiviato quello di parte della stampa, pronti a darle della vecchia superata, riesce a superare anche una rovinosa caduta, alzandosi in piedi e continuando a cantare, rigorosamente dal vivo, alla faccia di quanti dicono che non lo sa fare, che è tutta scena, e porta a casa il suo.
Pensate che brutto sarebbe stato se, lei lì a terra, bestemmiante, il brano fosse proseguito in playback. Quella sì sarebbe stata una fine ingloriosa.

Invece no, show must go on, e alla grande.
Questo fanno le regine. Questo fanno le numero uno. Si alzano, cantano e poi fanno l’inchino, e noi lì a applaudire, estasiati.

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