Sono stati rapiti dagli uomini dello Stato Islamico e ora rischiano la vita. Sono i cristiani di trentacinque villaggi della Siria, presi in ostaggio dagli jihadisti nella regione del Khabour, forse per eventuali scambi di prigionieri. L’allarme arriva dalla Chiesa siriana che denuncia anche un “abbandono” da parte di chi sarebbe potuto intervenire e invece non lo ha fatto. Si conta già un morto: un ragazzo di 17 anni, Milad, che è stato martirizzato. Diverse chiese sono state date alle fiamme. Tra i villaggi colpiti ci sono quelli di Tal Hermez, Tal Shamiram, Tal Riman, Tal Nasra, Al Agibash, Toma Yalda e Al Haooz, nella zona di Al Hasaka, nell’estrempo nord-est della Siria.

Secondo la Cnn, che cital’Assyrian Human Rights Network, gli jihadisti stanno per diffondere un video messaggio – indirizzato al presidente Usa Barack Obama e ad altri leader della Coalizione anti Isis – in cui minacciano di uccidere gli ostaggi, che sarebbero in totale 150. Secondo l’agenzia governativa siriana Sana, almeno una parte degli ostaggi sarebbe stata trasferita nella cittadina di Al Shaddadi, “roccaforte dello Stato islamico nella provincia di Al Hasakah”. Secondo la stessa fonte i prigionieri sarebbero 89, di cui 56 rapiti nei villaggi di Tal Hermez e Tal Shamiram, e altri 33 in quello di Tal al Jazira. Altre fonti parlano di un numero variabile dai 70 ai 150 ostaggi.

Secondo un familiare di alcuni rapiti, alcuni dei cristiani sequestrati sarebbero stati uccisi.”Oggi (martedì, ndr) hanno ucciso a colpi di arma da fuoco due delle persone rapite a Tal Hurmuz, tra cui un mio cugino di 65 anni”, ha detto all’agenzia Efe Abdel Abdel, un ingegnere fuggito cinque mesi fa a Beirut assieme alla moglie e ai due figli. L’uomo è in contatto con i parenti rimasti nella provincia di Al Hasaka. I jihadisti, ha raccontato Abdel, sono entrati a Tal Hurmuz all’alba di ieri e hanno sequestrato cinque persone.

Gli altri abitanti sono fuggiti nelle vicine città di Qameshli e Al Hasaka. Martedì, ha detto l’uomo, gli estremisti hanno fatto esplodere una chiesa di Tal Hurmuz, una località strategica situata in cima a una collina. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i militanti dell’Isis hanno sequestrato 90 civili della minoranza assira a Tal Hurmuz y Tal Shamiram, ma Abdel ha indicato che le persone rapite potrebbero essere più di 100. Un mese fa, ha riferito, i combattenti cristiani avevano catturato nella zona sei membri del gruppo estremista e il rapimento dei civili potrebbe essere un atto di vendetta per quell’operazione.

Il presidente del Movimento patriottico di Assiria, Ashur Girwargis, ha fatto sapere a Efe che gli jihadisti hanno separato le donne e i bambini dagli uomini, i quali sono stati portati nella zona di Yabal Abdelazi, dove l’Isis ha una base. Nessuno sa con certezza quante persone siano state rapite, ha detto l’uomo, aggiungendo che secondo alcune fonti i militanti avrebbero preso in ostaggio 70 persone a Tal Shamiran; altre 15, fra cui 3 ragazze, a Tal Hurmuz; 12 a Tal Goran e circa 40 a Tal Yazira.

L’archimandrita Emanuel Youkhana ha spiegato, all’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che i terroristi avrebbero scelto di attaccare la regione del Khabour perché sconfitti sull’altro fronte caldo, quello di Kobane, dai combattenti del Pyd (Democratic Union Kurdish Party). La battaglia è iniziata il 23 febbraio e in breve tempo i miliziani sono riusciti a penetrare nei primi due villaggi, facendo prigioniere decine di persone. “Fortunatamente circa 600 famiglie sono riuscite a fuggire verso Qamishly – riferisce Youkhana – ma siamo preoccupati per la sorte di coloro che sono tenuti in ostaggio. Conosciamo bene i metodi barbari dell’Is: ciò che più conta per noi, adesso, è che queste persone siano liberate il prima possibile”.

Una accusa pesante nei confronti di chi non è intervenuto per tempo arriva invece da monsignor Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi. “Voglio dire chiaramente – riferisce l’arcivescovo a Fides – che abbiamo la sensazione di essere stati abbandonati nelle mani di quelli del Daesh (Isis, ndr). I bombardieri americani hanno sorvolato più volte l’area, ma non sono intervenuti. Abbiamo cento famiglie assire che hanno trovato rifugio ad Hassakè, ma non hanno ricevuto nessun aiuto dalla Mezzaluna Rossa e dagli organismi governativi siriani di assistenza, forse perché sono cristiani. Anche l’organismo per i rifugiati dell’Onu è latitante“.

La regione del Khabour conta 35 villaggi Cristiani. Sono abitati dagli Assiri che nell’agosto 1933 fuggirono dal massacro di Simele, commesso dalle forze armate dell’allora Regno d’Iraq e che provocò la morte di circa tremila persone. La speranza di queste famiglie era quella di tornare un giorno nella loro Patria, in Iraq.

Iraq, rapite 127 persone vicino a Tikrit
In Iraq 118 uomini e 9 bambini sono stati rapiti dai combattenti dello Stato islamico vicino Tikrit. Lo riferisce Al Jazeera citando una fonte locale. L’emittente riferisce che il gruppo è stato rapito tre giorni fa dal villaggio di Rubaitha, a est di Tikrit, ma che 21 uomini sono poi stati rilasciati mentre i bambini risultano ancora sequestrati insieme agli altri uomini in una località sconosciuta. Secondo Al Jazeera, la maggior parte delle persone catturate avevano parenti che combattevano contro lo Stato islamico.

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