È vero: l’Italia è stata strozzata per decenni dai cosiddetti poteri forti. È vero: tanti di noi confidavano che Renzi, con la sua irruenza, la sua gioventù, perfino la sua inesperienza potesse scardinarli.

Ma eccolo tuonare contro i poteri forti, nel giorno in cui in America va a baciare la pantofola a Sergio Marchionne, l’uomo che ha salvato finanziariamente il portafogli della famiglia Agnelli, ma in dieci anni sembra aver cancellato l’industria automobilista italiana. Uno dei vanti del nostro Paese. Ma soprattutto il numero uno del gruppo che è maggiore azionista di tre grandi quotidiani Italia: il Corriere della Sera, la Stampa e ora Il Secolo XIX.

Intanto Renzi incassa l’alleanza di fatto con Silvio Berlusconi, signore delle televisioni italiane ed ex premier (che dovrebbe fare opposizione).
Per non dire del sostegno di altri signori della finanza, del cemento e della stampa (il Messaggero e il Mattino e poi giornali pugliesi e veneti) come Caltagirone.
E questo sarebbe un uomo nemico dei poteri forti? Senza vergogna

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