Il proiettile, che ha ucciso Davide Bifolco il 17enne napoletano colpito fa un carabiniere, è entrato dal petto ed è uscito dalla schiena. È questa una delle prime notizie che arrivano a conclusione dell’autopsia del ragazzo morto la notte del 5 settembre. L’avvocato della famiglia Fabio Anselmo ha assistito all’esame in corso all’Istituto di Medicina legale del Secondo Policlinico di Napoli e ha riferito ai giornalisti che Davide è stato colpito frontalmente; il proiettile è entrato al petto ed è uscito dalla schiena, con direzione “trasversale”. Il legale ha dichiarato che secondo i primi esami la linea “quasi orizzontale” percorsa dal proiettile “è compatibile con quanto abbiamo appreso da testimoni”. 

“Alle 12.30 ho assistito insieme con i consulenti all’esame esterno del cadavere. Sono sereno perché per la prima volta noto con soddisfazione che a differenza di altre situazioni vi è un totale accordo tra i consulenti: l’esame ha evidenziato il foro d’entrata del proiettile in petto ed il foro d’uscita alla schiena. Questo elemento ed il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini. Ritengo – ha aggiunto il legale – assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi”. “Chiederemo che ad indagare sulla morte di Davide Bifolco non siano i carabinieri, coinvolti direttamente in questa vicenda”. Secondo Anselmo, bisogna allinearsi alle direttive dell’Unione Europea per le quali quando l’indagato appartiene ad un corpo di polizia, le indagini devono essere svolte da un altro corpo di polizia. 

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