Un appalto di Expo finisce assegnato alla società controllata da Stefano Ceci, braccio destro del ministro Dario Franceschini. Dopo gli arresti, i sequestri, le infiltrazioni mafiose, sull’esposizione internazionale di Milano si sarebbe allungata anche la più classica delle mani italiane: quella politica. Il condizionale è d’obbligo perché la notizia, anticipata dal settimanale l’Espresso, è stata in parte smentita dal diretto interessato che ha spiegato come l’appalto non sia finito alla sua controllata, Netbooking, ma alla Trentorise, società interamente partecipata da enti pubblici, che usa il software fornito da Netbooking. “In ogni caso – ha fatto sapere Ceci – ho dato al ministro Franceschini la mia piena disponibilità a rinunciare all’incarico di consigliere a tutela sua, dell’istituzione che rappresenta e anche della mia professionalità e della mia attività imprenditoriale”.

Non è la prima volta che sul ruolo del consigliere al turismo di Franceschini si staglia qualche nube. Il Fatto se ne era occupato lo scorso aprile quando il ministro, annunciando che voleva investire nei campi da golf in Italia per attirare turisti stranieri, aveva affidato la guida dell’Enit a un manager espertissimo del ramo: Stefano Ceci. Oltre a essere esperto Ceci aveva già esperienza sul green avendo un contratto in essere con una della golf house più note in Sicilia, Il Picciolo. Lui ci spiegò che si trattava di servizi software per la tutela della privacy e che nulla avevano a che fare con il suo rapporto con Franceschini, giustificato esclusivamente dalle sue capacità maturate nel turismo. Ed è vero. Ceci, reggiano, ha 44 anni e un curriculum lungo tre pagine, con esperienze sempre a cavallo tra privato (le sue società) e pubblico. “Consigliere esperto in materia turistica dei governi Prodi e Berlusconi”, si legge. Ceci ha coordinato il tavolo Stato-Regioni per la riforma del demanio marittimo. Ha progettato e avviato l’Osservatorio Nazionale del Turismo. Fra il 2004 e il 2011 ha svolto attività di consulenza per le regioni Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e per la Provincia Autonoma di Trento. Inoltre è stato direttore generale dell’Apt della Regione Emilia-Romagna dal 1998 al 2002 e, come detto, consulente del ministero del turismo guidato da Brambilla. Ceci ha anche diverse società, tra cui la GH, con cui fornisce servizi al golf club e altre realtà imprenditoriali, e che controlla l’85% della Netbooking.

Quest’ultima è stata creata solo a fine maggio scorso e registrata il 6 giugno. Pochi giorni dopo si è aggiudicata l’appalto per Explora, la società pubblica che gestisce la promozione dell’Expo a Milano. Non male come primo incarico. Per carità, una commessa da appena 30mila euro, per fornire un sistema di prenotazioni via web. La gara d’appalto almeno è stata fatta e si è svolta regolarmente. Ma i tempi stanno stringendo e lavori e organizzazione sono in clamoroso ritardo, così prende corpo l’ipotesi di fare alcuni affidamenti diretti. Per il momento la decisione riguarda la gestione dei ristoranti e dei bar collocati negli spazi comuni dell’area espositiva. Le prime due gare indette sono andate infatti deserte, con ogni probabilità proprio nella speranza, da parte delle società interessate, di poter trattare direttamente con Expo. Cosa che avverrà con l’affidamento diretto. Su questi possibili affidamenti è già stato allertato il presidente dell’autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, già impegnato con altri dossier relativi agli appalti dell’esposizione universale. E con tutte le mani che si allungano, Cantone, che già accettò controvoglia l’incarico sostenendo che non aveva i poteri adeguati, potrebbe aver bisogno di più tempo. O maggiore collaborazione. Almeno da parte dei ministri e dei loro consulenti.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 agosto 2014

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