Se il nostro cibo preferito diventasse il nostro peggior nemico? Se una semplice passeggiata all’aria aperta ci causasse prurito, asma e altri fastidiosi disturbi? Se non è ancora stato realizzato di sicuro arriverà presto nelle sale qualche film catastrofista sull’epidemia di allergie e intolleranze a cui stiamo assistendo nei paesi industrializzati. Tra le varie teorie complottistiche non mancherebbe quella dell’inquinamento come causa scatenante. Ma l’inquinamento può davvero essere causa di intolleranze e allergie?

Le cause più diffuse sono predisposizione genetica, e sensibilizzazione dovuta all’esposizione ad allergeni. Alcune teorie fanno riferimento anche ad un’eccessiva igiene o allo stile di vita occidentale che manderebbero in tilt il nostro sistema immunitario. Sicuramente l’ambiente e in particolare quello delle nostre città giocano un ruolo importante.

Secondo il Prof. Giannattasio, medico, agronomo, esperto allergologo e autore del recente volume “Allergie e intolleranze alimentari” (I quaderni di Valore Alimentare, 2014) per milioni di anni ci siamo evoluti a contatto con un numero finito di sostanze, nell’ultimo secolo invece il loro numero è enormemente cresciuto, per cui il nostro organismo, in particolare il sistema immunitario, può impazzire e avere reazioni di difesa anche a contatto con sostanze non dannose come pollini o frutti. Questo spiegherebbe l’aumento di persone che accusano disturbi legati a reazioni allergiche e a intolleranze.

Il prof. Giannattasio sostiene che ogni giorno assumiamo più o meno consapevolmente almeno 100 sostanze chimiche di sintesi, attraverso il cibo, l’acqua e l’aria che respiriamo. La contaminazione del cibo e dell’ambiente costituiscono un fattore di rischio per diverse patologie come asma, dermatiti e possono portare a uno stato di stress con conseguente “sensibilizzazione chimica”.

Tra le sostanze a cui siamo maggiormente esposti nella vita di tutti i giorni ci sono fumi di combustione (rifiuti, sigarette, processi industriali), gas di scarico delle auto e prodotti per la casa (detergenti, profumi, vernici, colle, disinfettanti, antitarme, insetticidi).

Gli inquinanti fanno però anche peggio, interagiscono ad esempio con i pollini ricoprendoli e rafforzandone l’effetto allergenico. Gli ossidi di azoto e l’ozono, tipici componenti dello smog da traffico, ad esempio, sono tra i principali responsabili di questa interazione tra polvere e pollini capace di scatenare gravi reazioni allergiche quali asma e altri problemi alle vie respiratorie.

Oltre a quello che respiriamo conta anche quello che beviamo o mangiamo ogni giorno ed è forse la componente su cui è anche più facile intervenire per diminuire l’esposizione. La qualità del cibo è fondamentale per ridurre gli effetti di sostanze inquinanti, per questo motivo è consigliabile assumere alimenti che non siano stati esposti ad erbicidi e pesticidi.

In particolare ci sono due fasi della vita in cui è fondamentale ridurre questa esposizione ovvero la gravidanza e i primi anni di vita del bambino. Per prevenire e ridurre le probabilità di sviluppare sensibilizzazione chimica è utile evitare l’esposizione a sostanze dannose come fumo, vernici, solventi disinfettanti, gas di scarico, fare uso di farmaci solo se strettamente necessario, preferire cibi non trattati, di stagione e cercare di variare più possibile l’alimentazione.

Se ci sono disturbi sospetti e si ha il dubbio di avere allergie e intolleranze è preferibile affidarsi a medici specializzati ed effettuare test specifici come il citotossico, il kinesiologico, l’elettroagopuntura e il test di biorisonanza.

L’inquinamento quindi non è di per sé causa di allergie e intolleranze ma può aggravarne gli effetti e peggiorare i sintomi nei soggetti predisposti, per la cura restiamo in attesa. 

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