La Coppa Italia 2014 di basket è della Dinamo Sassari che costringe la Siena pentacampione ad abdicare in una finale subito messa sui binari giusti dalla squadra sarda. Con questa vittoria la società biancazzurra chiude un cerchio di cinque anni di programmazione partita dalla Legadue e che l’ha vista proporsi di stagione in stagione come una delle realtà più vive e solide del panorama italiano.

Un progetto che ruota attorno a coach Meo Sacchetti. Il tecnico di Altamura ha trasformato Sassari in una grande famiglia, nello spogliatoio e all’anagrafe: un Sacchetti in panchina e uno in campo, suo figlio Brian; due cugini, Drake e Travis Diener che sono l’anima di Sassari e rappresentano la parte più pazza di una squadra votata allo spettacolo; oltre agli italiani Vanuzzo e Devecchi – cugino di Danilo Gallinari – già in rosa ai tempi della promozione in Serie A. Attorno a questo nucleo, il patron Stefano Sardara ha saputo coagulare la voglia di riscatto di una terra, trascinando nel progetto il Banco di Sardegna e la Regione, primo e secondo sponsor del club. Così Sassari si è trasformata nella squadra dell’intera isola e al Forum appunta sulle sue maglie il primo trofeo della sua storia, mandando in frantumi le speranze di Siena che contava di mettere in bacheca la sesta coppa consecutiva.

E invece la Dinamo, ancora galvanizzata dal successo di venerdì contro Milano, ci mette 12 minuti a scrollarsi di dosso le resistenze dei campioni d’Italia. Spinta dai 15 punti di Caleb Green va al riposo sul +17 e al rientro arriva anche a 20 punti di vantaggio (28-48). Siena è spalle al muro e reagisce. In 6 minuti arriva quasi ad annullare lo scarto con un break di 19-2, marchiato a fuoco da Ben Ortner (47-50). Lì Sassari ha il merito di non disunirsi e ricomincia a macinare gioco con Marques Green e i cugini Diener. Sette punti consecutivi di Travis nei primi 5’ dell’ultimo quarto rispediscono Siena a distanza (58-68) e permettono alla Dinamo di controllare fino al 73-80 finale che fa esplodere i circa 3mila sassaresi arrivati a Milano.

Tanti, tantissimi, alcuni partiti con un volo speciale per godersi dal vivo il momento storico. Peccato però che rappresentino probabilmente più della metà degli spettatori arrivati al Forum di Assago per la finale. Un flop. Metà terzo anello chiuso, curve vuote e una tribuna semivuota sono la fotografia di un movimento che non può prescindere dai successi di Milano per provare a rialzarsi, soprattutto mediaticamente. Ma non basta questo a spiegare numeri da brivido, soprattutto se confrontati con quanto è avvenuto negli stessi giorni nelle finali di Copa del Rey, l’equivalente spagnolo della nostra Coppa Italia, vinte dal Real Madrid che ha battuto in finale il Barcellona. Nell’impianto di Malaga, la final eight iberica ha fatto registrare oltre 10mila spettatori di media nelle sette gare in programma e oltre 45mila visitatori nella fan zone allestita in città. Al Forum si sono affacciati in 8mila solo per il quarto di finale nel quale era coinvolta Milano. Sbattuta fuori l’Olimpia, è crollato il fragile castello del basket italiano.

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