Un accordo tra imprese per garantirsi gli stessi appalti a prezzi gonfiati. E’ questo il sistema su cui l’Antitrust vuole vedere chiaro. L’Autorità garante della concorrenza del mercato ha avviato un’istruttoria su 23 imprese fornitrici di servizi di post-produzione della Rai, per verificare l’esistenza di un accordo anti-concorrenza. L’indagine è partita dopo un esposto dell’azienda di via Mazzini e “dovrà approfondire il significato di alcune possibili anomalie relative ai risultati di 20 procedure di selezione condotte dalla Rai nel periodo tra il 15 luglio e il 3 ottobre 2013”, alle quali hanno partecipato le 23 imprese. 

Nella formulazione delle offerte presentate nell’estate 2013, in vista della stagione televisiva 2013-2014 (la tornata più importante dell’anno) emergono una serie di operazioni sospette. Balza agli occhi il drastico abbattimento degli sconti (superiore all’80%), che ha portato a un aumento dei prezzi medi di circa il 50%. Inoltre, sono frequenti le riassegnazioni dei programmi già appaltati all’esterno nel 2012 ai soggetti che all’epoca gli avevano vinti, a prezzi però maggiorati, tornati a livelli normali nell’ottobre 2013. Sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust sono finite le strategie di offerta di tutti gli invitati alle 20 gare analizzate, che hanno sistematicamente offerto sconti nettamente inferiori a quelli che erano risultati necessari per aggiudicarsi le gare. In sostanza, il possibile inquinamento della concorrenza – spiega l’autorità di garanzia – potrebbe aver dato vita a un meccanismo dove le gare venivano riassegnate agli stessi soggetti che le avevano vinte la stagione precedente, a sconti inferiori rispetto alla base d’asta e di conseguenza a prezzi più alti. L’istruttoria deve concludersi entro il 16 dicembre 2014.

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