Gelati
Valeria Paniccia

Avete mai provato a cogliere aspetti vitali, visitando i grandi cimiteri monumentali? È quello che ha cercato di fare Valeria Paniccia nel suo bel libro “Passeggiate nei prati dell’eternità”, edito da Mursia e presentato a Parma all’interno della rassegna Il ‘Rumore del Lutto 2013‘. Il termine “cimitero”, come l’inglese “cemetery”, il francese “cimetière”e lo spagnolo “cementerio”, deriva dalla parola latina “cimeterium”, a sua volta proveniente dal greco “koimêtêrion”, il cui significato corrisponde a ‘dormitorio’, mentre il tedesco “friedhof” è il corrispondente di ‘cortile di pace’.

Varcare la soglia di un cimitero è come entrare in una città silenziosa e dormiente, poiché il defunto, come dicono gli epitaffi, dorme, riposa, e passeggiare in questo luogo permette di comprendere, in modo diverso, la storia, l’arte, la cultura delle persone che vi trovano sepoltura, aspetti della loro esistenza che riescono a trasmettere, come fossero ancora in vita. Biblioteche, archivi di pietra, musei a cielo aperto, i cimiteri raccolgono tutti i ricordi e le memorie di chi non è più, ma che viene reso presente, grazie al linguaggio espresso da questi luoghi intrisi di humus culturale. Dal Père-Lachaise di Parigi al San Michele in Isola di Venezia, dal Monumentale di Milano all’Hollywood Forever di Los Angeles, l’autrice – in compagnia di personalità come José Saramago, Massimo Cacciari, Pupi Avati, Michel Vovelle, Demetrio Volcic e molti altri ancora, dotati di particolare affinità per i “grandi sepolti” – ha percorso un insolito viaggio tra coloro, che pur assenti, instaurano un rapporto con i viventi e si raccontano. Così il lettore diventa visitatore e, come tale, potrà osservare, immaginare e dialogare con le persone, protagoniste delle storie raccontate da loro stesse in questo libro.

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