La deriva del calcio cagliaritano non fa sconti a nessuno. Insieme al deputato del Pdl Mauro Pili e all’editore dell’Unione Sarda Sergio Zuncheddu, è finito nel registro degli indagati per falso ideologico anche la leggenda del calcio isolano Gigi Riva. Il provvedimento è stato preso a seguito della visita in carcere al presidente del Cagliari Massimo Cellino, avvenuta lo scorso 19 febbraio. Allora il deputato Pili si recò a far visita a Cellino nel carcere di Buoncamino accompagnato da Zuncheddu e Riva, che presentò all’ingresso come suoi collaboratori. Da qui l’ipotesi di reato. Se un deputato o un rappresentante delle istituzioni possono visitare un detenuto in qualsiasi momento (anche accompagnati da collaboratori), i cittadini comuni devono chiedere apposito permesso. E per la Procura questo non è avvenuto.

Ieri Riva è stato ascoltato dal sostituto procuratore Gaetano Porcu, al quale ha riferito di avere compilato dei documenti per la visita in carcere. Poi, ha spiegato il suo legale Massimiliano Ravenna, “nessuno poteva pensare che avesse un’identità diversa, che fosse un collaboratore o un accompagnatore, visto che è conosciuto ovunque, quindi non si è posto alcun problema. Non conosceva nemmeno le regole che sovrintendono gli ingressi in carcere, era convinto che si potesse fare senza intoppi”. E infatti, nei guai è destinato a finire anche il personale del carcere che lo ha fatto passare, dato che è impossibile che non abbiano riconosciuto Riva: l’uomo che a Cagliari e alla Sardegna ha regalato anni fantastici, culminati con lo storico scudetto del 1970.

Un mito che proprio in questi giorni festeggia i 50 anni da quando, ancora ragazzino, in un giorno di primavera lasciò casa per sbarcare su quell’isola di cui fece la storia calcistica, e di cui si innamorò facendone la sua casa. Ma quell’epoca leggendaria si tinge di toni malinconici, se paragonata alla farsa cui è ridotto oggi il calcio isolano. Con il Cagliari che finirà il proprio campionato giocando le partite casalinghe a Trieste, dopo essere stato cacciato per inadempienza dallo storico stadio del Sant’Elia di Cagliari e dopo avere disdetto l’affitto dell’impianto di Is Arenas a Quartu Sant’Elena. E proprio alla Is Arenas la tragedia del Cagliari Calcio ha cominciato ad assumere i contorni della farsa.

Uno stadio su cui si è incastrato Cellino. Prima per la chiamata alle armi dei tifosi contro la volontà della Prefettura, che è valsa al presidente del Cagliari l’accusa di istigazione a delinquere. Poi, per l’accusa di dirottamento dei fondi pubblici destinati al piano integrato d’area nei lavori di costruzione dello stadio, che hanno portato all’accusa di peculato e falso ideologico e alla carcerazione di Cellino, insieme al sindaco di Quartu Mauro Contini e all’assessore ai lavori pubblici Stefano Lilliu. Uno stadio maledetto, su cui ora rischia di rimanere incastrata anche la leggenda di Gigi Riva.

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