E’ stato un meccanismo poco più complesso rispetto a quelli più comuni nell’Appennino, a generare il terremoto di magnitudo 4,8 avvenuto in Garfagnana, a circa 35 chilometri a Nord di Lucca. Un meccanismo diverso rispetto a quello all’origine del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. “Tutto l’Appennino è in estensione”, spiega il funzionario di sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Alberto Michelini.  

Vale a dire che tutto l’Appennino risente della spinta della placca Africana contro la placca Europea e questo genera un movimento di tipo estensionale nella direzione che va da Sud-Est a Nord-Ovest. Da questo movimento, osserva Michelini, “ci aspetteremmo faglie simili a quella del terremoto dell’Aquila del 2009”.

Tuttavia nelle zone marginali dell’Appennino, come quella in cui è avvenuto il terremoto, possono crearsi quelli che i sismologi definiscono “svincoli”. In questi casi la faglia non è più di tipo estensionale, ma trascorrente: le masse rocciose si spostano orizzontalmente l’una rispetto all’altra.

“Fortunatamente – prosegue Michelini – la scossa non è stata particolarmente violenta: “in Califonia o in Giappone, dove c’è una tradizione di edilizia antisismica, avrebbe fatto solletico. Purtroppo da noi la situazione è diversa e il patrimonio edilizio spesso non è altrettanto adeguato”.

Quello che secondo i sismologi vale la pena sottolineare è che il terremoto è avvenuto in una zona di “terremoti storici importanti”, osserva il direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv, Alessandro Amato.

L’ultimo grande terremoto avvenuto in quest’area risale al 7 settembre 1920, con una magnitudo stimata di 6,5. In quell’occasione, prosegue, furono coinvolti numerosi paesi della zona e i morti furono complessivamente più di 300. Prima di allora non si ricordano terremoti rilevanti. Ma il terremoto del 1920 ha lasciato nella Garfagnana un ricordo vivissimo, al punto che il terremoto di magnitudo 4,6 del 1985 fece immediatamente temere una scossa più forte, confrontabile a quella di 65 anni prima. Questo portò alla decisione di far evacuare la zona e oltre 100.000 persone lasciarono le loro case. Ma la scossa più forte non arrivò e gli esperti finirono sotto processo per procurato allarme.

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