”O la ‘ndrangheta ha dei problemi nel capire quali sono le persone con in mano il potere, o è una gran fesseria”. Così Sara Giudice risponde alle accuse di avere ricevuto, attraverso il padre Vincenzo, i voti delle cosche durante la campagna elettorale per le amministrative milanesi nel 2011: “E’ un complotto contro di me”. La ventisettenne che un anno e mezzo fa aveva denunciato la candidatura della Minetti al consiglio regionale della Lombardia pensa che sia ”chiaro che qualcuno aveva tutti gli interessi nel farmi incastrare”. Aggiunge: ”La ‘ndrangheta è interessata ad avvicinare poteri forti, non Sara Giudice”. Secondo lei, nemmeno lo scambio di favori sta in piedi secondo lei perché il ruolo politico del padre, ex presidente del Consiglio comunale, era in scadenza nel 2011 con la fine della Giunta Moratti. di Chantal Dumont
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