Matteo Renzi, sindaco Pd di Firenze, ha iniziato a Varese, culla del leghismo, la sua giornata a spasso per le città del nord della Lombardia. Accolto in centro da qualche insulto lanciato dai passanti “puzzi di muffa, puzzi di sacrestia” o un “viva Grillo” urlato dal finestrino di una macchina in transito, si è tuffato poi tra platea amica raccolta nella grande sala del cinema Politeama. Un discorso di un’ora che non ha offerto grandi spunti di novità rispetto a quelli già pronunciati nelle altre tappe del lungo tour per le primarie del Partito democratico. Bravo ad incantare e ad infilare battute, punzecchiando la Lega e il leghismo dell’ampolla, un po’ meno quando si tratta di rispondere alle domande. Sulle attenzioni della Corte dei conti per le spese folli compiute tra il 2005 e il 2009 quando guidava la Provincia di Firenze, Matteo Renzi si è limitato a dire “ho già risposto” invitando ad andare a verificare sui siti, rifiutando a più riprese il confronto sul tema  di Alessandro Madron

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