Giovanni Favia è diventato suo malgrado il portatore della battaglia per la democrazia interna non solo del Movimento 5 Stelle, ma di tutti i partiti. E da oggi, dopo la sua presenza a Otto e mezzo in cui ha preso le distanze dai toni del fuorionda, ma non dai contenuti, parte la vera sfida del movimento di Grillo: diventare il primo non partito italiano in cui sia la democrazia in rete a decidere programma e candidati, e non uno solo (in questo caso sarebbe meglio dire due).

Quando uno si trova in dissidio con i vertici del proprio partito i casi sono due: o lasciare o rilanciare. Purtroppo la maggior parte prende la prima strada, o perché soli nei loro motivi di dissenso, o perché fra loro e i vertici c’è un muro invalicabile (vedi il partito di Berlusconi, che è, appunto, di Berlusconi. E purtroppo per lui se ne è accorto anche il volenteroso Alfano, leader mai nato). Ma ci sono quelli che decidono di percorrere la seconda strada. E ieri Giovanni Favia ha deciso coraggiosamente di non ritrattare ma di mettere la faccia su alcune delle proposte che diversi grillini discutono nelle loro riunioni o forum, ma che non hanno mai ufficialmente avanzato ai due capi. Perché “ora c’è la sfida più grossa: scardinare Roma – ha detto ieri Favia intervistato dalla Gruber – e se sbagliamo perdiamo tutta la nostra credibilità”. E quando dice “io mi rivolgo ai cittadini, non mi rivolgo a Grillo: lui conta uno come me“, di fatto lo scarica usando i principi stessi del movimento.

Ora la partita è nelle mani degli attivisti del Movimento 5 Stelle: se la maggior parte di loro sarà disposto a raccogliere la sfida di Favia per la costruzione di una rete nazionale aiutata dalle tecnologie più avanzate, stile partito dei pirati tedesco, che democraticizzi la scelta di programmi e candidati, avranno vinto e saranno destinati ad avere un lungo futuro. E probabilmente molti partiti, se vorranno reggere la competizione, saranno costretti ad adeguarsi. Se invece le decisioni rimarranno nelle mani di uno solo (o meglio due) il Movimento finirà presto, come tanti altri partiti personali che abbiamo visto in passato. Per amore della democrazia io spero nella prima ipotesi.

Articolo Precedente

Dov’è finito il conflitto di interessi?

next
Articolo Successivo

Trapani, il consiglio comunale finisce a morsi: l’ex sindaco “attacca” l’avversario

next