Ricordate quel nefasto giorno in cui il Parlamento Europeo approvò la Direttiva 2010/63/UE (detta “sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”), meglio nota come “direttiva vergogna” poiché calpesta l’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea secondo il quale “l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”?

Già durante i lavori parlamentari a Strasburgo tentai di bloccare l’approvazione di questa direttiva, ottenendo il consenso di molti deputati ma non riuscendo purtroppo a ottenere la maggioranza. Lo stesso giorno promisi alle migliaia di cittadini che mi avevano scritto che, nonostante avessimo perso questa battaglia, non bisognava disperare e  affermai che un’altra speranza era legata al lancio di un’iniziativa popolare europea per dire basta alla vivisezione e che mi sarei impegnata in questa direzione.

Sono solita tenere fede agli impegni presi e oggi ho piacere di informarvi che ci siamo quasi! Lo scorso 25 aprile, infatti, ho fornito il mio contributo per il deposito dell’iniziativa popolare europea Stop Vivisection. Insieme alla LEAL e al Comitato Scientifico Equivita abbiamo messo insieme un comitato di garanti internazionali di altissimo livello presieduto dallo scienziato André Menache e superato gli ostacoli amministrativi e organizzativi legati al deposito dell’iniziativa. Entro il 25 giugno prossimo la Commissione Europea ci darà il via libera per la raccolta firme (sia cartacee che on-line) e, a quel punto, tutto sarà nelle mani dei cittadini europei.

Avremo un anno di tempo per raccogliere almeno un milione di firme e, una volta depositate, la Commissione Europea sarà obbligata ad analizzare la nostra proposta e a fornire risposta scritta entro 3 mesi, spiegando come intende agire. E’ ovvio: più firme raccoglieremo più sarà importante il peso della nostra richiesta. Non si tratta di una semplice petizione ma di uno strumento previsto dai trattati europei per far partecipare i cittadini all’attività legislativa europea. Si tratta di un’occasione unica.

Toccherà a ciascuno di noi, quindi, impegnarsi per sommergere di firme la Commissione e gridare forte il nostro No alla vivisezione, pratica immorale e non scientifica, contraria ai diritti degli animali e alla salute dei cittadini. L’iniziativa Stop Vivisection non ha dietro risorse finanziarie o una complessa macchina organizzativa. Solo grazie all’apporto di ogni singolo cittadino, comitato, associazione o attivista può avere successo.

Per essere parte attiva di Stop Vivisection iscrivetevi alla newsletter: così saprete quando avrà inizio la raccolta firme e avrete tutti gli aggiornamenti. Presto sarete informati su come contribuire alla raccolta firme, come diffondere l’iniziativa e come creare un comitato locale.

Tutte le informazioni potrete trovarle anche sul sito www.stopvivisection.eu e su www.soniaalfano.it.

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