Una mappatura delle palazzine nuove e crollate sotto il terremoto. Almeno 15, secondo i primi accertamenti. E’ questo che vuole avere sul suo tavolo entro poche ore il procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani. “Dal 2003 le zone dove ha colpito il terremoto, sono classificate come sismiche, e l’inchiesta questo dovrà accertare. Perché sono crollate costruzioni nuove e dovevano rimanere in piedi, se fossero state costruite con i crismi antisismici. Gli esperti non ci parlano di un terremoto devastante, ma con una magnitudo del 5.9, dunque medio alto. Le strutture costruite dopo il 2003 dovevano restare in piedi. Da Cavezzo a Finale.

Un’indagine che prosegue spedita. Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annununciato – attraverso il presidente della Regione Emilia Romagna – che il 7 visiterà le zone maggiormente colpite dal sisma. Una visita che ancora non è stata definita nei particolari.

Intanto il procuratore Zincani parla in maniera schietta. Ammette che i tempi dell’indagine saranno lunghi, che al momento gli iscritti al registro degli indagati sono 19 e si riferiscono alla prima scossa. Sono in un fascicolo che è sul tavolo della Procura Generale, che tiene insieme l’inchiesta nostra, di Modena, quella di Ferrara e di Bologna. Pool di magistrati che lavorano a stretto contatto”.

“Stiamo vedendo se possiamo autorizzare la sepoltura e quindi i funerali – ha spiegato ancora Zincani – per tutte le vittime evidentemente causate da morti accidentali”. “Stiamo andando per esclusione”, ha aggiunto, facendo capire che negli altri casi verrà eseguita l’autopsia. Riguardo alle aree dei capannoni crollati dove sono morti operai, al momento la procura non ha ancora emesso provvedimenti. Possibili già oggi però sequestri di iniziativa della polizia per sterilizzare il luogo dove sono state trovate le vittime. Le ipotesi di reato in fase di valutazione, sono omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose (viene valutato anche il disastro colposo) e poi la violazione delle norme edilizie, ipotesi dalla quale sono partiti i magistrati.

Zincani sui tempi non si sbilancia. E’ molto chiaro quando parla di scarsa “prevenzione”, ma tiene anche a sottolineare di non aver mai accusato le imprese edili di voler risparmiaare. “Questo non l’ho detto, e se parlo di prevenzione mi riferisco a lacune che ci sono state non solo nella fase progettuale e quella di costruzione degli edifici, ma anche la concessione delle autorizzazioni”. 

Sui ricatti ai lavoratori che sarebbero stati obbligati a rientrare al lavoro Zincani dice di non avere, al momento, nessuna notizia. “Per adesso non ho ricevuto nulla in merito, ovvio che sarà anche questo un approfondimento. Ma non è nei piani di lavoro di oggi”.

Intanto la psicosi del terremoto non risparmia nessuno. E qualcuno continua a mettere in giro la voce che sarebbero in arrivo scosse fortissime. Cosa che nessuno degli esperti scientifici ha mai detto.  Voci che circolano a Bologna, Modena e Reggio Emilia dove si è diffuso il panico. La prima conseguenza, questa mattina, è stata quella di far evacuare anche la sede della Banca d’Italia in piazza Cavour a Bologna, mentre in altri edifici pubblici si diffondeva la voce di imminenti evacuazioni.

La procura di Bologna ha disposto accertamenti presso le centrali operative di carabinieri, vigili del fuoco e polizia, per valutare questo picco di panico. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha dichiarato che “non appena avremo ricevuto le relazioni, come atto dovuto verrà aperto un fascicolo per procurato allarme contro ignoti”, per capire se vi siano state molte chiamate da parte dei cittadini che chiedevano informazioni su un imminente terremoto.

Intanto il presidente della Regione Vasco Errani ha lanciato un appello perché, quando si comincerà a parlare di ricostruzione, siano pronte procedure d’emergenza che facilitino il lavoro e non lo blocchino a causa della troppa burocrazia.

 

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