Bossi si cagherà sotto e non avrà il coraggio di rimuoverti”. Di fronte ai documenti dei pagamenti ai figli, alla moglie e alla sua fedelissima Rosi Mauro e soprattutto di fronte a una registrazione imbarazzante, che Francesco Belsito sosteneva di possedere, il leader della Lega Nord non avrebbe mai osato seguire Rosi Mauro che lo aizzava contro di lui. Così, con l’arroganza di chi sa di avere le carte per tenere in scacco Umberto Bossi, parlavano al telefono mentre erano intercettati dai Carabinieri su delega della Procura di Napoli la dirigente amministrativa del Carroccio Nadia Dagrada e il tesoriere Francesco Belsito, ora indagato per riciclaggio e truffa aggravata.

Il personaggio chiave è Nadia Dagrada. Questa militante tosta che nelle foto sembra un corazziere in gonnella di Umberto Bossi e che ieri uscendo dalla Procura ha sibilato ai cronisti: “Fedele fino alla fine”, nelle tante telefonate intercettate con Belsito sembra quasi il suo coach. È lei a consigliargli di farsi una copia dei documenti che provano i pagamenti ai familiari di Umberto Bossi e di mettere gli originali in una cassetta di sicurezza. Nadia è arrabbiata con il vicepresidente del Senato Rosi Mauro, che ha osato chiedere conto a Belsito dei soldi della Lega. “Sarebbe veramente cretina Rosi Mauro perché allora a questo punto se i conti li fai vedere poi chi lo sa che cosa può uscire di tutto quello che c’è!”. Dagrada e Belsito pensano al botto che faranno le carte sui giornali: “Su Libero: quanti soldi la Lega gira alla scuola (Bosina, della cooperativa fondata dalla maestra baby-pensionata Manuela Marrone, moglie di Bossi, ndr).

Belsito a quel punto tira fuori l’asso nella manica: la registrazione che proverebbe una richiesta sconcia. Questo è il passaggio chiave della conversazione di quella sera.

Belsito: Glielo dico della Fondazione, glielo dico cosa mi volevano far fare che dovevo portargli dei soldi eh.
Dagrada: Esatto!… e tu quello poi ce l’hai registrato?
Belsito: Sì, eh.
Dagrada: Ma tu prima parli col capo (Bossi, ndr), vedi cosa ti dice lui, perché gli fai presente ‘sta roba qui e vedi perché lui poi fa in fretta a cagarsi sotto e dopo di che, si affrontano le due signore (Rosi Mauro e Manuela Marrone, ndr) poi gli spiattelli lì, sul tavolo… allora vedi questa fotocopia qua, vedi queste, vedi questa… figurati queste se vanno in mano, altro che la Tanzania se vanno in mano ai militanti! “Ma non vengono a prendere me – le dici eh – vengono a prendere voi!”.

A questo punto Belsito continua a enumerare gli elementi che può tirar fuori contro la famiglia Bossi:

Belsito: L’ultima macchina del “principe” (Renzo Bossi probabilmente, ndr) 50 mila? Ho la fattura.
Dagrada: Ma te l’ho detto, tutto quello che, adesso tu domani mattina, dopo aver parlato con Roberto (Castelli, ndr), inizia a fare le copie di quello che hai in cassaforte, dammi retta!
Belsito: Bene.

Con l’amica Dagrada, Francesco Belsito se la rideva al telefono pensando al “parco macchine” della famiglia Bossi: la Smart e la più recente Audi A6 che, a dire del tesoriere, sarebbero state messe a disposizione del solito Trota, ma “intestate alla Lega Nord”. E poi le auto noleggiate per Riccardo Bossi. E anche i contanti. Nadia Dagrada lo invitava a mettere da parte tante cartelline con su indicato nome per nome e anno per anno i soldi e i benefit versati.

Nelle intercettazioni di Belsito si parla di pagamenti per 200 mila euro all’anno per il Sindacato Padano di Rosi Mauro e anche di spese per “i costi liquidi” di Renzo Bossi come li chiama Belsito. Per il tesoriere sarebbero 151 mila euro, ma la dirigente amministrativa Nadia Dagrada lo corregge: “Sono 251 mila euro per lui e i ragazzi (della scorta probabilmente, ndr) perché quando viaggiano insieme non riesco a scinderli”.

Al Fatto risulta che il tesoriere al telefono fosse molto confuso sulle somme. Anche se ricordava con esattezza quanto gli era stato chiesto di metter da parte per la scuola della moglie di Bossi, quella gestita dalla Cooperativa Bosina: un milione di euro, che però solo in parte era riuscito a tirare fuori.

Nadia Dagrada si sta rivelando sempre più il personaggio chiave dell’inchiesta. Non è un caso se, come persona informata dei fatti, è stata ascoltata martedì per 9 ore dai pm Paolo Filippini ed Henry John Woodcock. Non è un caso che sia stata risentita ieri mattina dai magistrati alla presenza del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. La dirigente ha detto ai pm di non aver mai ascoltato la registrazione imbarazzante. La sua deposizione avrebbe “salvaguardato” il segretario Umberto Bossi, ma avrebbe reso più complicata la posizione di Francesco Belsito.

L’elenco delle spese. L’elenco che i due riassumono al telefono il 26 febbraio viene riassunto dai carabinieri, come viene pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Comprende «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma (di Renzo Bossi)»; «i 670mila euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l’avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300mila  euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr), che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza».

Poi c’è la casa di Gemonio e più precisamente «i soldi ancora da dare per le ristrutturazioni del terrazzo»: «Che io sappia, pare che siano 5-6mila euro» ridimensiona Belsito alla Dagrada, che teme invece la somma sia molto più alta anche a causa di minacce di azioni legali dai fornitori e che sprona Belsito: «Gli devi dire poi: capo (Bossi, ndr), c’è da aggiungere l’auto di tuo figlio».

“Bossi non versa più. E nemmeno Renzo”. A chi gli mette i bastoni tra le ruote Belsito trova quasi sempre come rispondere. Per esempio la segretaria del Sindacato Padano e vicepresidente del Senato Rosy Mauro, bossiana della prima ora, fedelissima, sempre a fianco del leader in particolare in questi anni di malattia. “Sai quanto gli ho dato l’altro giorno alla nera (la Mauro, ndr)? – chiede retoricamente il tesoriere alla Dagrada – Quasi 29mila, 29.142 in franchi eh… vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»: ovvero quelle che poi gli inquirenti traducono come «altre somme che le dà mensilmente». La Dagrada, continua il Corriere, lo “imbocca” quasi: dice a Belsito di rispondere alla Mauro così: “Se apro bocca io, il capo salta e se salta il capo tu sei morta… Perché se lei non c’ha il capo a difenderla, lei domani è in mezzo a una strada, e non è detto con le gambe intere». E a Bossi? Gli deve dire: “Noi manteniamo tuo figlio Riccardo, tuo figlio Renzo, tu gli devi dire guarda che tu non versi i soldi, tuo figlio nemmeno, ed è da quando sei stato male. Gli devi dire: capo, io so queste cose e finché io sono qui io non tradirò mai, ma ricordati cosa c’è in ballo, perché se viene fuori lo capisci che cosa può succedere, altro che barbari sognanti”.

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