Vittorio Sgarbi getta la spugna. Si dimette da sindaco di Salemi, ma attacca l’antimafia e il Fatto Quotidiano, reo di avere anticipato la notizia di un possibile scioglimento del suo comune. Tutto è accaduto nel giro di poche ore, dopo che ieri ilfattoquotidiano.it ha anticipato la richiesta dell prefetto di Trapani, all’esito dell’ispezione avviata lo scorso giugno, di scioglimento per inquinamento mafioso del Comune di Salemi. In mattinata Sgarbi, preannunciando una conferenza per domani a mezzogiorno, aveva detto di voler nominare Pino Giammarinaro suo vice sindaco. Scelta non casuale: l’ispezione che ha portato alla proposta di scioglimento per inquinamento mafioso del Comune di Salemi (proposta al vaglio della commissione tecnica del Viminale che dovrà dare la sua valutazione al ministro dell’Interno Cancellieri) è conseguenza infatti del maxi sequestro di beni operato da Polizia e Finanza su ordine del Tribunale che ha colpito proprio Giammarinaro, per il quale è stato anche proposto il ripristino della sorveglianza speciale.

Nel corpo della operazione denominata “Salus Iniqua” sono stati inseriti una serie di episodi che riguardano la gestione della cosa pubblica a Salemi ed è emersa quella che per gli investigatori è stata una sistematica interferenza dell’onorevole Giammarinaro nei fatti riguardanti l’amministrazione comunale. Per la commissione prefettizia esistono metodologie prettamente mafiose, per il sindaco Sgarbi tutto è stato ritenuto sempre come libero esercizio democratico, la mafia non ha mai messo il naso nelle cose del Comune, né Giammarinaro è un mafioso, tanto che ha deciso di nominarlo vice sindaco. Poi Sgarbi ha aggiunto che la nomina l’avrebbe fatta solo se Giammarinaro fosse stato d’accordo, in caso contrario lui si sarebbe dimesso. Così avviene, nel giro di poche ore:  “Mi sono dimesso da sindaco di Salemi. Grazie agli ispettori del ministero che hanno mostrato cose di cui non mi ero accorto. Mi sentivo in pericolo e me ne torno al Nord. Incontrerò il ministro Cancellieri alle 9 di mercoledì prossimo per riferire il mio compiacimento per questa scelta”.

Tutto questo dopo che le prime dichiarazioni dell’oramai ex sindaco di Salemi suonavano come una vera e propria sfida, promessa di querele nei confronti degli ispettori prefettizi dopo che in passato ancora Sgarbi aveva detto di volere querelare il questore e un maresciallo dei carabinieri. “Ho lavorato come un matto, ho io contrastato gli interessi mafiosi, come nel caso delle pale eoliche e ora mi attaccano”.

Non solo, nella giornata di Sgarbi c’è tempo anche per questo giornale. E’ mezzogiorno quando Sgarbi annuncia: “Non c’è nessuna richiesta di scioglimento da parte del Ministero dell’Interno per il Comune di Salemi”. E aggiunge: “La relazione è riservata. Quindi nessuno può conoscerla. Come fa il Fatto a dire di conoscerla? Evidentemente mente. Questo non è un modo di fare informazione”. Sarebbe la seconda dopo una prima richiesta di un milione e mezzo di euro. “Ora salirò a tre milioni di euro, perché raccontano cose che non sono vere”, dice Sgarbi, che aggiunge: “Se poi la circostanza fosse verificata, sarebbe una notizia falsa, perché a Salemi la mafia non esiste…”

Sarà, ma la relazione prefettizia riprende il contenuto dell’ordinanza “Salus Iniqua” secondo cui non sarebbe da considerarsi ipotesi che l’on. Giammarinaro avesse a sua disposizione una “squadra” all’interno del Comune. Pino “Manicomio” Giammarinaro (questo il soprannome con il quale è stato sentito chiamare durante le intercettazioni) avrebbe avuto a sua disposizione assessori, consiglieri, funzionari e dipendenti comunali. Uno per uno sono stati elencati dal Tribunale di Trapani. Ci sono una serie di intercettazioni che dimostrerebbero come Giammarinaro, pur privo di ruolo politico e amministrativo ufficiale, venisse quotidianamente consultato sui problemi politici e del Comune, e a nessuno pareva strano che ciò avvenisse.

di Rino Giacalone

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