La notizia che segue è sfuggita alla gran parte dei media. Forse derubricata a notizia locale. O magari è una di quelle notizie che non fanno più notizia, grazie ad un effetto assuefante che rende certa politica “stupefacente”. Uno la spara grossa a ripetizione. La prima volta ti colpisce e magari ti incazzi, la seconda sei contrariato, la terza sbuffi, la quarta sollevi le spalle e non ci fai più caso. Uno stratagemma losco che Silvio “Bis Luscus” usava con maestria. E così alla prima gaffe internazionale ci si inorridiva, la decima la si considerava una birichinata.
Alla prima minorenne si gridava allo scandalo, alla decima era “l’uomo che ama le donne”.

Anche lo storico alleato del Sultano, la Lega, ci ha abituato (ma speriamo non ancora assuefatto) alle figuracce più imbarazzanti e alle crociate più turpi: omosessuali (“Froci!”) meridionali (“Terun!”), extracomunitari (“Negher!”) o alla bandiera italiana da buttare nel cesso.

Protagonista della notizia è proprio il vessillo nazionale.

Domenica scorsa a Milano, durante il corteo promosso dalla Lega in Piazza Duomo, in uno sventolare gioioso e fragoroso di drappi verdi e gagliardetti celtici all’improvviso spunta un tricolore sollevato da giovani del Psi.

Un oltraggio, un affronto! Come se Milano appartenesse all’Italia… I militanti leghisti, vilipesi da tale inspiegabile e intollerabile provocazione, si inalberano: “Chi osa sventolare la bandiera italiana in un corteo padano?”, “Ma dove vi credete di essere?”… “Italiani di m…” avrà aggiunto qualcuno.

Le forze dell’ordine, accorse sul posto per riportare la calma piuttosto che difendere i giovani socialisti e l’orgoglio nazionale avrebbero ordinato loro di ripiegare la bandiera

“Piangi, che ben hai donde, Italia mia”
declamava Giacomo Leopardi…

Sforza Italia

La notizia che segue è sfuggita alla gran parte dei media e

giornali. Forse derubricata a notizia locale. O magari è una

di quelle notizie che non fanno più notizia, grazie ad un

effetto assuefante che rende certa politica “stupefacente”.

Uno la spara grossa a ripetizione. La prima volta ti

colpisce e magari ti incazzi, la seconda sei contrariato, la

terza sbuffi, la quarta sollevi le spalle e non ci fai più

caso. Un metodo losco che il “Bis Luscus” usava con maestria: alla prima gaffe internazionale ci si inorridiva, la decima la si considerava una birichinata. Alla prima minorenne si gridava allo scandalo, alla decima era “l’uomo che ama le donne”.
Anche lo storico alleato del Sultano, la Lega, ci ha abituato (ma speriamo non ancora assuefatto) alle figuracce più imbarazzanti e alle crociate più turpi: omosessuali (froci!) meridionali (terun!), extracomunitari

(negher!) o alla bandiera italiana con la quale pulirsi il

c.

Protagonista della notizia è proprio il vessillo nazionale.
Domenica scorsa a Milano, durante il corteo promosso dalla

Lega in Piazza Duomo, in uno sventolare gioioso e fragoroso

di drappi verdi e gagliardetti celtici all’improvviso spunta

un tricolore sollevato da giovani del Psi.
Un oltraggio, un affronto! Come se Milano appartenesse all’Italia. I militanti leghisti, vilipesi da tale inspiegabile e intollerabile provocazione si inalberano: “Chi osa sventolare la bandiera italiana in un corteo pagano?” “Ma dove vi credete di essere?”… “Italiani di merda” avrà aggiunto qualcuno. Le forze dell’ordine, così ci informa una nota del Psi, accorse sul posto per riportare la calma piuttosto che difendere i giovani socialisti e il loro orgoglio nazionale avrebbero ordinato loro di ripiegare la bandiera…

“Piangi, che ben hai donde, Italia mia” declamava Giacomo Leopardi…

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