No, i cronisti non debbono ficcare il naso nei Centri di identificazione e in quelli di accoglienza. Queste strutture debbono restare clandestine.
Lo ha stabilito, a maggioranza, la camera dei deputati respingendo un ordine del giorno presentato da diversi parlamentari dell’opposizione, primi firmatari i deputati i Rosa Calipari e Jean Leonard Touadì.
Il no è arrivato insieme alla approvazione di una pessima legge che ha sospeso tutti i diritti nei centri lager, che ha portato a 18 mesi i tempi per la identificazione, che ha allontanato l’Italia dalla Unione Europea, che determinerà la ennesima procedura di infrazione.

Non contenti di aver approvato questa porcheria, hanno pensato bene di confermare la circolare con la quale il ministro Maroni ha proibito ai cronisti di entrare nei centri anche se accompagnati da un parlamentare.
La pubblica opinione non deve sapere e non deve vedere cosa accade in quei luoghi, in quali condizioni siano tenuti migliaia di giovani tunisini che, dopo averci visti abbracciare i loro dittatori e i loro aguzzini, ora si vedono trattati in modo crudele, e presto diventeranno nostri “implacabili nemici”.

Naturalmente si tratta di una circolare cretina, come tutti provvedimenti che hanno la pretesa di imporre la censura, perchè suoni, volti, immagini, usciranno lo stesso, e i divieti serviranno solo a confermare tutti i peggiori sospetti e tutte le denunce avanzate dalle associazioni e dai gruppi che si battono per i diritti umani, per tutti, anche per gli ultimi, anche per quelli che non votano in Italia.

Proprio per questo il prossimo 25 luglio, davanti ai centri di identificazione, si ritroveranno i rappresentanti della federazione  della stampa, dell’ordine dei giornalisti, dei cronisti , delle associazioni e dei comitati  con loro parlamentari, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni.
Chiunque fosse interessato si metta in contatto con i promotori, e dia spazio a questa sacrosanta battaglia per i diritti umani e contro la censura.

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