Oltre 2.400.000 euro in un solo giorno per Eclipse, uscito ieri in 800 sale: è il terzo miglior esordio in assoluto nel nostro Paese, dietro soltanto a Spider-Man 3, Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Forse, più che sangue – in effetti, non c’è… – è vino: invecchiando, migliora, e non parliamo solo d’incassi. In attesa dei due film che si divideranno Breaking Dawn, il terzo capitolo della saga di Twilight supera i precedenti, complice il regista David Slade, già aficionado dei vampiri da 30 giorni di buio, e la stessa Stephenie Meyer, che con questa Eclipse oscura almeno qualche luogo comune e qualche teen-idiozia.

Per la storia, il “triangolo sì!” di Bella (Kristen Stewart), Edward (Robert Pattinson) e Jacob (Josh Lautner), la rivalità tra vampiri e licantropi, quella intestina dei succhiasangue e i dolori della stessa giovane Bella; per il “messaggio”, emofilia ed emofobia accantonate a favore di verginità, immortalità, incorruttibilità e libero arbitrio: queste le carte che Slade e Meyer sparigliano tra mani diverse (horror, western, psicodramma, teen-comedy), semi differenti (i licantropi – belli i lupi in CGI! – per i nativi, i vampiri per i WASP, Bella con un piede nel white trash) e più di un bluff (Bella la molla o no la sua insostenibile deficienza dell’essere?).

Insomma, se il cult rimane un miraggio, questa eclissi nasconde il trash dietro l’(auto)ironia: “Ma una maglietta non ce l’ha?!?”, sbotta Pattinson all’ennesimo torace nudo di Lautner. “Ma di Twilight qualcosa rimarrà?”, rispondiamo noi.

Articolo Precedente

“Ho fatto un film sugli omosessuali
(ma io non lo sono)”

next
Articolo Successivo

L’estate non è un film

next