I sacchi di sabbia ai tre ingressi del campo profughi di Jenin marcano un confine che, nel 2025, ha perso ogni ambiguità: non è solo una zona militarizzata. È una zona occupata. Oltre quei varchi, sorvegliati da droni e blindati, il paesaggio non offre più case, ma carcasse. I muri, come scheletri esposti al sole, […]
