Mosca, 7 mag. (Adnkronos) - La Russia ha il diritto di colpire le strutture britanniche in Ucraina e all'estero se si concretizzassero le minacce di Londra di effettuare attacchi con armi britanniche sul territorio russo da parte di Kiev. Lo ha detto alla Tass la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova. "Se tale scenario si realizzasse, il nostro Paese, la Russia, si riserva il diritto di rispondere di conseguenza, cioè di considerare come obiettivi le strutture britanniche situate sia in Ucraina che fuori dai suoi confini: strutture militari, armi e così via", ha precisato la Zakharova, giudicando come "qualcosa di assolutamente folle" le parole del ministro degli Esteri britannico David Cameron.
"Questa affermazione non è solo illegittima, ma anche illogica, perché la stessa Gran Bretagna non molto tempo fa ha affermato letteralmente il contrario", ha affermato la Zakharova. "Questa dichiarazione è apparsa per la prima volta nel news feed di un'agenzia di stampa britannica. Poi, dopo essere rimasta lì per due ore, è stata rimossa. L'intero articolo con le dichiarazioni di Cameron è stato rimosso", ha aggiunto. "E poche ore dopo, a quanto pare dopo alcune discussioni, ne sono certa, al numero 10 di Downing Street, al ministero degli Esteri e nella stessa sede della Reuters, si decise di non sacrificare la reputazione dell'agenzia di stampa britannica e di pubblicare la frase che è stata effettivamente pronunciata".
"Abbiamo reagito immediatamente - ha detto ancora la Zakharova - La reazione appropriata è stata presentata al mondo attraverso i canali diplomatici. L'ambasciatore è stato convocato. In effetti, la Russia non si è limitata a convocarlo per un rimprovero, ma ha risposto in modo assolutamente inequivocabile all'ambasciatore britannico alle dichiarazioni in questione nel modo in cui abbiamo fatto".
Londra, 7 mag. (Adnkronos) - Il principe Harry è tornato nel Regno Unito per celebrare, domani, il decimo anniversario degli Invictus Games. Il figlio di Carlo, quinto in linea di successione al trono, mancava dal Paese da febbraio, quando incontrò il padre per una visita lampo, dopo la notizia della sua diagnosi di cancro. Dovrebbe incontrare il sovrano, come scrive il Daily Mail, arrivato oggi a Clarence House dal Castello di Windsor. Il duca di Sussex è atterrato a Londra nel pomeriggio, senza la moglie Meghan e i figli Archie e Lillibet. Alloggerà in un hotel di Londra.
Harry dovrebbe tenere un discorso domani per celebrare l'anniversario dei giochi da lui fondati nel 2014 durante una cerimonia di ringraziamento nella Cattedrale di St Paul. Il suo arrivo - scrive l'Independent - è stato annunciato dal giornalista che si occupa di cose reali, Chris Ship su X, che ha rivelato che Harry parteciperà anche oggi ad alcuni eventi legati agli Invictus.
Come riportato da Page Six, all'evento non prenderà parte nessuno dei parenti stretti del duca, sebbene, come ha detto una fonte, sia il principe William che altri membri della famiglia reale siano stati invitati.
Roma, 7 mag. (Adnkronos Salute) - "La povertà sanitaria è un fenomeno che preoccupa sempre di più, basti pensare che la spesa privata nel 2022 ha superato i 40 miliardi di euro. Significa che il Servizio sanitario nazionale rischia di non rispettare il suo ruolo principale di sistema universalistico, che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione, ed è un principio ispiratore della legge del 1978. Moltissimi italiani devono decidere se sborsare soldi per curarsi o rinunciare alle cure". Così all'Adnkronos Salute don Massimo Angelelli, direttore dell'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana (Cei), alla presentazione - oggi a Roma - del convegno 'Le povertà sanitarie in Italia', del prossimo 10 maggio a Verona, primo di una serie di incontri promossi dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e dall'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei, con le 11 Federazioni e i Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie, in avvicinamento al Giubileo della sanità del 2025.
"Siamo convinti che ci sia bisogno di una ristrutturazione del Servizio sanitario nazionale, non soltanto di operazioni di maquillage esterno - sottolinea Angelelli - Abbiamo l'opportunità del Pnrr che deve essere sviluppato, ma siamo anche convinti che vada potenziato il numero di sanitari sul campo. Non servono solo strutture o strumentazioni, ma soprattutto professionisti". Al momento "mancano 50mila infermieri, è una professione non attrattiva: la retorica degli eroi che abbiamo alimentato nel periodo del Covid ha scoraggiato molti giovani ad intraprendere la professione, oltre ad un riconoscimento economico inadeguato. In aggiunta, un tema connesso è il sacrificio richiesto dalla professione. Vedere oggi le 11 Federazioni e Consigli nazionali delle professioni sanitarie insieme e che mettono al centro la persona non era scontato ed un inizio", conclude.
Roma, 7 mag. (Adnkronos) - È iniziato l'incontro della premier, Giorgia Meloni, con il presidente del Consiglio Presidenziale libico, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi.
Milano, 7 mag. (Adnkronos) - Il Comune di Milano ha consegnato l'Ambrogino d'oro a 17 cittadini e cittadine milanesi che nel corso del 2023 hanno ricevuto l’onorificenza della 'stella al merito del lavoro' con decreto del presidente della Repubblica.
Alla cerimonia, che si è tenuta nella Sala Alessi di Palazzo Marino, hanno partecipato insieme a rappresentanti dell’Amministrazione comunale anche il console emerito del consolato metropolitano Maestri del Lavoro, Massimo Manzoni, il console regionale della Lombardia della federazione Maestri del Lavoro, Maurizio Marcovati, il consigliere di prefettura Felice Vaccari, in rappresentanza del prefetto di Milano, la direttrice dell’ispettorato interregionale del lavoro per il Nord Ovest, Patrizia Muscatello.
I Maestri e le Maestre del lavoro che hanno ricevuto oggi l'Ambrogino d'oro sono: Emma Bonato, Daniela Bucci, Andrea Carboni, Laura Colombo, Giacomo De Sanctis, Paola Lucia Floris, Sergio Invernizzi, Stefano Iori, Daniela Carmela Lofino, Edio Moltini, Massimiliano Mucci, Giorgio Parladori, Silvano Pecchio, Leonardo Pedersoli, Patrizia Maria Samoggia, Giovanna Margherita Simonini e Marco Spagnol.
Roma, 7 mag. (Adnkronos Salute) - "Bisogna lavorare su una sanità di prossimità in maniera sempre più integrata, multidisciplinare e multiprofessionale, fare in modo che ci sia un vero lavoro d'équipe sul territorio, che ci sia un'interconnessione per fare in modo che tra servizi e tra sistemi ci si connetta" in un sistema con "sentinelle sociali che possono allertare dei percorsi". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale Federazione Ordini e professioni infermieristiche (Fnopi), alla presentazione - oggi a Roma - del convegno 'Le povertà sanitarie in Italia', previsto a Verona il prossimo 10 maggio. Si tratta del primo di una serie di incontri promossi dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e dall'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, la Conferenza episcopale italiana, in collaborazione con le 11 federazioni e i consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie, in avvicinamento al Giubileo sanitario del 2025, dedicato alle povertà sanitarie.
"Noi abbiamo questa ricchezza, va solo messa in rete". I collegamenti esistono già nelle "amministrazioni comunali con i servizi sociali - aggiunge Mangaicavalli - C'è la rete sanitaria pura, ma anche quella socioassistenziale", oltre alle persone che svolgono "un servizio, nelle piccole parrocchie, nelle piccole comunità", ma anche "delle associazioni di volontariato, del gruppo anziani, del negozio sotto casa, la portinaia del condominio, se siamo nei nuclei urbani. Abbiamo un territorio con una ricchezza importante anche dal punto di vista della solidarietà. Abbiamo bisogno di metterla in rete, di potenziarla. Chiunque opera nel campo della sanità e si confronta tutti i giorni con la fragilità, con la disabilità e con la malattia, si rende conto che per un verso la malattia è molto democratica, per l’altro ci sono delle disuguaglianze importanti".
Al di là dei "determinanti non sanitari della salute - quindi il livello di istruzione, la cultura, la vivibilità, la salubrità degli ambienti - che ci sono e sono comunque combattere", per la presidente Fnopi è fondamentale la questione dell'accesso alla salute che "non è uguale e non è omogeneo e non è solo un problema di presenza di servizi. In Italia - continua - siamo abituati a parlare di mobilità sanitaria attiva e passiva, con regioni meno fortunate dove i cittadini si devono spostare. Ma anche all'interno delle cosiddette 'regioni fortunate' ci sono fasce di popolazione che, per fragilità loro, non riescono ad accedere ai servizi. Penso soprattutto ai servizi territoriali, perché quando si arriva in pronto soccorso, anche se l'accesso è in qualche modo inappropriato, la persona viene accolta nel nostro Servizio sanitario nazionale".
Sul territorio ci sono "costellazioni di servizi - spiega Mangiacavalli - che spesso sono ancora troppo poco in rete, troppo poco integrate, interconnesse, dove, la maggior parte delle volte, è il cittadino, e la sua famiglia", che si deve "districare" in un percorso che è "una corsa ad ostacoli" per accedere a diritti come "esenzioni o per alcuni presidi, ricoveri in strutture alternative alle strutture per acuti. Stiamo assistendo a una disomogeneità di erogazione di prestazioni e di servizi. Chi ha più strumenti riesce ad averli, chi ha meno strumenti a volte si trova a perdere".
Particolarmente rilevante è il tema della solitudine. "L'Italia - osserva la presidente Fnopi - sta diventando un Paese più vecchio, più povero e più solo. Noi ci troviamo spesso a fare i conti con persone che vivono in completa solitudine, persone che per questioni legate allo stigma, per patologie particolari, hanno situazioni familiari precarie e importanti che spesso non vengono intercettate dai servizi. Il senso della povertà sanitaria - conclude - è anche quello di riflettere su queste situazioni e fare in modo che i professionisti e il sistema non si occupino solo di quelli che arrivano in qualche modo ai servizi, ma di quelli che non arrivano".
Roma, 7 mag. (Adnkronos Salute) - In Italia 4,5 milioni di persone non possono curarsi e la spesa privata nel 2022 ha superato i 40 miliardi, i 136 miliardi di euro per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale non bastano. E’ quanto emerso oggi a Roma alla presentazione del convegno ‘Le povertà sanitarie in Italia’, del prossimo 10 maggio a Verona, primo di una serie di incontri promossi dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e alla salute e dall’ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, la Conferenza episcopale italiana, con le 11 Federazioni e i Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie, in avvicinamento al Giubileo della sanità del 2025, di cui è stato presentato il programma di iniziative congiunte.
"Il tema degli esclusi dall’accesso alle cure sta diventando un'emergenza sempre più seria – ha detto don Massimo Angelelli, direttore dell'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute (Cei), in apertura dei lavori - Se prima si poteva pensare che riguardasse alcune fasce ridotte di popolazione molto svantaggiate, oggi sappiamo che 4,5 milioni di persone non possono curarsi e che la spesa privata nel 2022 ha superato i 40 miliardi. Ci stiamo allontanando dal dettato Costituzionale che prevede accesso universale alle cure e la gratuità per gli indigenti. Si stanno curando solo i benestanti”. Fnomceo, Fnovi, Fofi, Fnopi, Fnopo, Fno Tsrm e Pstrp, Cnop, Fnob, Fncf, Fnofi, Cnoas, che rappresentano oltre 1,5 milioni di professionisti, hanno condiviso le parole di don Angelelli, che ha condotto la conferenza stampa durante la quale si è delineato il percorso che porterà al Giubileo della Sanità 2025.
Tre tappe distinte per analizzare le principali povertà sanitarie: 10 maggio a Verona, 15 novembre 2024 e 5 aprile 2025 a Roma. Si comincia dunque a Verona, venerdì prossimo con un focus sulla situazione italiana: chi e quanti sono coloro che, nel nostro Paese, non hanno accesso alle cure necessarie o non possono permettersi l’acquisto di farmaci. Esperti del settore, economisti, ricercatori e rappresentanti istituzionali, uniti ai professionisti sanitari e sociosanitari, baluardo della tutela della salute pubblica, discuteranno le soluzioni e le strategie per migliorare l'assistenza sanitaria nazionale per una sanità del futuro più inclusiva.
L'appuntamento del 10 maggio, che si svolgerà all'Università di Verona, vedrà gli interventi del ministro della Salute Orazio Schillaci; del direttore dell'Ufficio europeo per gli Investimenti e lo sviluppo della salute dell'Oms Chris Brown; Silvio Brusaferro, professore ordinario di Igiene generale e applicata all'Università di Udine; Cristiano Camponi, direttore generale dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp); Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria al ministero della Salute; Alberto Siracusano, coordinatore del Tavolo di lavoro tecnico sulla salute mentale del ministero della Salute, Ketty Vaccaro, sociologa e responsabile dell'Area welfare e salute del Censis.
Per seguire la conferenza del 10 maggio, in diretta streaming, è possibile collegarsi al canale YouTube della Cei, a partire dalle 15.
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