Torna a salire la tensione nello specchio di mare compreso tra lo stretto di Taiwan e il mare della Cina del sud. Pechino ha avviato una due giorni di esercitazioni con navi della marina e aerei militari “attorno” all’isola. “Il Comando del Teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) ha iniziato a partire dalle 7:45” di oggi ora locale, riporta l’agenzia Xinhua specificando che le esercitazioni nominate “Joint Sword-2024A” vengono condotte nello stretto di Taiwan e al nord, al sud e all’est dell’isola.

Le manovre, ha specificato il portavoce militare cinese Li Xi, “prevedono il pattugliamento di navi e aerei che si avvicinano alle aree intorno all’isola e operazioni integrate all’interno e all’esterno della catena di isole per testare le reali capacità di combattimento congiunte delle forze del comando”. Pechino ha specificato che la mossa, che arriva tre giorni dopo l’insediamento del nuovo presidente Lai Ching-te (William Lai), è una “severa punizione” contro le forze “indipendentiste” dell’isola. La Cina rivendica Taiwan come parte del suo territorio e ha bollato Lai come un “pericoloso separatista” che porterà “guerra e declino” nell’isola.

Si tratta di “provocazioni irrazionali“, ha risposto Taipei. “È deplorevole vedere la Cina impegnarsi in un comportamento militare unilaterale e provocatorio che minaccia la democrazia e la libertà di Taiwan, nonché la pace e la stabilità regionale“, ha detto in un comunicato la portavoce presidenziale taiwanese Karen Kuo. “Abbiamo inviato forze marittime, aeree e terrestri per rispondere: per difendere la libertà, la democrazia e la sovranità della Repubblica di Cina”, afferma ancora Taipei riferendosi a Taiwan con il suo nome ufficiale.

Le esercitazioni erano previste ma sono “preoccupanti“, ha commentato il vicecomandante del Comando degli Stati Uniti per l’Indo-Pacifico (Usindopacom), il tenente generale Stephen Sklenka. “Una cosa è quando gli Stati Uniti condannano i cinesi, ma credo che ci sia un effetto molto più potente quando viene fatto dalle nazioni di questa regione”, ha detto ai giornalisti il militare. Sklenka ha affermato poi di ritenere che il “destinatario” delle esercitazioni della Cina sia la propria popolazione nazionale, non la comunità internazionale.

A metà mattinata c’è stata la seconda schermaglia verbale tra Pechino e Taipei. “Le forze indipendentiste di Taiwan rimarranno con la testa rotta e il sangue che scorre dopo essersi scontrate con la grande impresa della Cina di raggiungere la completa unificazione”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, descrivendo quindi le esercitazioni intorno all’isola come un “serio avvertimento“.

Taiwan “difenderà i valori della libertà e della democrazia”, ha detto poco dopo il presidente Lai Ching-te. “Sarò in prima linea con i nostri fratelli e sorelle militari per difendere la sicurezza nazionale“, ha detto Lai, che si è insediato lo lunedì. “Di fronte alle sfide e alle minacce esterne, continueremo a difendere i valori della libertà e della democrazia e a preservare la pace e la stabilità nella regione”, ha aggiunto.

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