Dopo l’arresto del governatore per corruzione, sul regno di Giovanni Toti in Liguria si abbatte un’altra tegola giudiziaria. Con due sentenze gemelle depositate il 21 maggio, il Tar ha annullato il decreto del 10 ottobre scorso con cui il ministero dell’Ambiente, assecondando le richieste della Regione, aveva determinato al ribasso i confini del nuovo Parco nazionale di Portofino – istituito dalla legge di Bilancio 2017 – riducendolo a un’area di appena 1.512 ettari, più o meno corrispondente all’attuale Parco regionale, che copre il territorio di soli tre Comuni: Camogli, Santa Margherita Ligure e Portofino. La nuova area protetta sarebbe stata dunque un francobollo, di gran lunga il più piccolo tra i 26 Parchi nazionali italiani. Il provvedimento del ministero era stato adottato in contrasto con la proposta tecnico-scientifica dell’Ispra – l’ente pubblico per la protezione dell’ambiente – che invece aveva individuato una superficie di 5.363 ettari e 11 Comuni, sette dei quali avevano fatto richiesta di adesione: Avegno, Camogli, Chiavari, Cicagna, Coreglia Ligure, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita Ligure, Tribogna e Zoagli.

Le motivazioni dell’annullamento – La scelta del governo era stata denunciata dagli ambientalisti come uno smaccato favore ai cacciatori, caldeggiato in particolare dalla Lega, che tra i suoi esponenti di vertice in Liguria ha il deputato Francesco Bruzzone, storico punto di riferimento delle associazioni venatorie. Così varie associazioni (Legambiente, Lipu, Wwf, Amici del monte di Portofino e Vas – Verdi Ambiente Società) si erano rivolte al giudice amministrativo. Che adesso dà loro ragione: le valutazioni dell’Ispra, si legge nelle sentenze, “sono state superate” dal governo “in assenza di decisivi elementi istruttori tecnico-scientifici di segno opposto, (…) ma soltanto in virtù di un’intesa amministrativa raggiunta con la Regione”. Non solo: il decreto del ministero guidato da Gilberto Pichetto Fratin – ricorda il Tar – “ha annullato e sostituito d’ufficio”, in autotutela, un precedente provvedimento di delimitazione provvisoria dei confini del Parco, emesso ad agosto 2021 dall’esecutivo Draghi – quando il ministro era Roberto Cingolani – seguendo le indicazioni dell’ente ambientale. Questa sostituzione, scrivono i giudici, è avvenuta al solo scopo di assecondare le richieste al ribasso di Regione Liguria, “senza dare atto né di eventuali vizi di legittimità che avrebbero afflitto l’atto ritirato, né di valide ragioni di interesse pubblico – di carattere squisitamente tecnico scientifico – per rivedere la precedente delimitazione”. E pertanto va annullata in quanto illegittima: il ministero dell’Ambiente dovrà procedere a una nuova deliberazione, tenendo in adeguata considerazione la proposta dell’Ispra.

Pd: “Ennesima forzatura andata male” – Il verdetto del Tar è stato accolto con soddisfazione dalle opposizioni: “Siamo di fronte all’ennesima forzatura andata male“, commenta il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Luca Garibaldi. “La scelta di Toti di procedere con un parco a tre Comuni, forzando tutte le regole e tenendo fuori dal nuovo Parco nazionale gli altri Comuni che ne volevano far parte, è fallita. I territori per Toti sono sempre stati merce di scambio per garantirsi il futuro in Regione. Sulle altre modalità di gestione del territorio basta leggere le cronache dei giornali in questi giorni”, attacca, riferendosi all’inchiesta della Procura di Genova sulle presunte tangenti incassate dal governatore in cambio di favori. “Oggi, però, un altro tassello del sistema predatorio di gestione privatistica della Regione viene meno e ora bisognerebbe avere la decenza di ampliare il Parco nazionale di Portofino nelle modalità previste originariamente, invece di continuare a bloccare lo sviluppo sostenibile del territorio perché la Lega è contro i parchi e perché Toti si è svenduto alla Lega”, incalza Garibaldi. Dalla Camera interviene la vicepresidente dei deputati dem, la ligure Valentina Ghio, con una nota firmata insieme al capogruppo in Commissione Ambiente Marco Simiani: “La decisione del Tar ci riempie di soddisfazione ed evidenzia un nuovo fallimento della politica di Toti: incurante della tutela ambientale e attento solo al consenso elettorale”, scrivono, annunciando un’interrogazione al ministro Pichetto. “Torneremo a interrogare il ministro per chiedere come intende procedere con l’emanazione di un nuovo decreto che risponda alle indicazioni scientifiche e in cui siano coinvolti tutti i Comuni che hanno fatto richiesta di aderire”.

Sansa: “Toti al capolinea” – Esulta anche il Movimento 5 stelle: “Scongiurata la distribuzione della Liguria agli amici, siano essi cacciatori o speculatori con interessi legati al cemento. Ora basta ostacoli politici: si lavori pancia a terra avendo ben chiara non solo la perimetrazione antecedente gli schemi scellerati della Regione, ma anche e soprattutto il paniere di opportunità offerto da un Parco nazionale ampio, le cui potenzialità sono note a tutti… salvo forse a chi finora si è messo di traverso alle richieste di un territorio”, scrivono i portavoce liguri in comunicato. I consiglieri regionali della lista Sansa rivendicano: “Il Tar della Liguria conferma quanto abbiamo sostenuto per più di due anni: Toti e la sua maggioranza hanno compiuto una forzatura delle regole per realizzare a Portofino il Parco nazionale più piccolo d’Italia. Una scelta anacronistica che rischiava di compromettere le opportunità di sviluppo di un vasto territorio per salvaguardare i voti di pochi cacciatori. Ora si colga l’esito della sentenza per dare gambe a un vero Parco nazionale che possa rappresentare un’opportunità unica per un futuro sostenibile e attento a creare nuovo lavoro e turismo, proteggendo l’ambiente”. E Ferruccio Sansa, sfidante del governatore alle ultime regionali, affonda: “Le forzature politiche che Toti ha imposto in Liguria in questi anni si stanno dimostrando tutte illegittime. Anche da questa sentenza si capisce che il governo Toti è giunto al capolinea. Non riesce a gestire nulla. Siamo di fronte ad un sistema politico e di potere che dopo quasi nove anni sta crollando tutto assieme”.

Gli ambientalisti: “Ora il governo ci ascolti” – A festeggiare, ovviamente, ci sono pure le associazioni che hanno impugnato il decreto. “Dalla sentenza emerge chiaramente la gravità dell’azione del ministero il quale ha accolto le richieste del presidente della Regione Liguria determinando la riduzione dei confini dell’area protetta”, dichiarano Legambiente, Lipu e Wwf in una nota congiunta. Una riduzione, si legge, “disposta in violazione delle valutazioni scientifiche e delle norme tecniche, solo per assecondare le richieste di alcuni centri di interesse, come il mondo venatorio, che si oppongono a ogni forma di protezione della natura, considerata alla stregua di un parco giochi privato”. Le sigle ricordano di aver più volte, nel corso della procedura, “richiamato il ministero alla propria responsabilità segnalando queste macroscopiche anomalie. Lo stesso è stato fatto da alcuni comuni dell’area che hanno espressamente chiesto di essere inclusi nel territorio del Parco. Auspichiamo che questa sentenza porti il ministero e le istituzioni nazionali e locali a dialogare con chi è portatore di interessi che riguardano l’intera collettività”, concludono. Ma il messaggio non sembra essere passato: il presidente della Regione ad interim, il leghista Alessandro Piana, annuncia di voler valutare insieme all’avvocatura un ricorso al Consiglio di Stato, mentre l’onorevole Bruzzone dà voce a tutta la sua rabbia: “I confini del Parco di Portofino devono assolutamente rimanere quelli storici. Voglio invitare il ministero dell’Ambiente a prendere una decisione in sintonia con la volontà di chi abita e di chi vive quotidianamente il territorio in questione”, dichiara.

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