Mi alzo la mattina presto, faccio colazione, poi torno a letto, i miei sogni hanno ancora voglia di rotolare dentro di me, poi mi rialzo, apro la finestra e guardo i miei dissimili che vanno a lavorare. Provo un sentimento di grande gratitudine verso tutti questi esseri incolonnati nel traffico, ognuno di loro mi aiuterà nella mia vita quotidiana, mi faranno un cappuccino o mi raggiungeranno per rendere vincente un rubinetto di casa, che bello!

Perché non provo alcun senso di colpa verso di loro, pur restando tra due cuscini, stropicciando ancora le lenzuola? Perché anche io lavoro! Lavoro più di tutti loro, lavoro 24 ore su 24, il lavoro dell’artista consiste nell’essere se stesso, nello sprofondare in se stesso per riemergere con una perla da donare agli altri.

C’è questa odiosa percezione dell’artista come di uno scansafatiche, di un buono a nulla, nella migliore delle ipotesi di un bambino che ancora ha voglia di giocare e si occupa solo di sciocchezze. Nulla di più insensato e di ingiusto. I libri che avete letto durante il lockdown per esempio o i film che avete visto, non per passare il tempo ma per viverlo più intensamente, chi pensate che li abbia fatti? Gli artisti! Noi, noi artisti! Voi ci riparate i rubinetti e noi vi doniamo un più alto senso dell’essere attraverso le nostre opere, vi facciamo scoprire nuovi punti di vista sul mondo. Per chi non ama la poesia, per chi non si interessa di arte, l’artista è solo un disadattato, ma è colpa vostra, non dell’artista!

Amate la poesia? Sul mio canale YouTube trovate meravigliosi film a meravigliosi poeti di valore, anche se poco conosciuti. Vi cito Nicolino Pompa, gli ho dedicato sei film, sei ritratti, ora Nicolino non c’è più, ma io ho salvato la sua anima con le mie immagini. Un giorno all’Azzurro Scipioni di Silvano Agosti mi disse: “Vediamo che cosa riesci a tirare fuori da me”. E questo non è un lavoro? Non è un partecipare al progresso materiale o spirituale della società? Ed è forse colpa mia se la società non dà valore alla poesia? No, è colpa vostra, colpa della vostra indifferenza e della vostra superficialità, ecco perché non mi sento in colpa con voi. Vi è chiaro il concetto? A me sembra chiarissimo.

L’artista non è colui che è famoso, non è colui che cammina sopra un tappeto rosso, l’artista è colui che dedica tutta la sua vita a qualcosa di bello e profondo, tutti voi potete essere artisti. L’artista è colui che dedica ogni minuto della propria vita all’arte, non solo la domenica, altrimenti si tratta di un simpatico passatempo, ed è il famoso “pittore della domenica”. Il vero pittore è pittore ogni attimo della propria vita, non importa che sia famoso o celebrato. Egli si dedica, dedicarsi è arte, vita, passione.

Solo le illusioni ci salvano dal nulla, le illusioni non sono inganni, sono la nostra verità più profonda, le illusioni sembrano inganni solo in “una società stretta” (come diceva Leopardi) che ha sacrificato il bello sull’altare dell’utile. Ma il bello esisite e continuerà ad esistere grazie agli artisti, a chi si dedica a qualcosa di bello e profondo, con leggerezza e amore. L’artista non dimentica che è l’immaginazione a salvarci (io nel pensier mi fingo), salvarci da deserto spirituale, come una ginestra che sparge il suo profumo ai piedi di un vulcano sterminatore.

Quindi smettetela di dire che gli artisti “non fanno nulla”, per favore. Fate un favore a voi stessi ora, guardate il mio film a Nicolino Pompa che posterò qui, dopo questo scritto. E fateci caso, se pensate di non avere tempo da perdere con queste cose, siete già morti, perché solo i morti non hanno più tempo da perdere! L’essenza stessa della vita è perdere tempo, perdere tempo assieme. Siamo tutti dei colabrodi temporali, non possiamo farci nulla, ma ringraziamo ogni artista di questo mondo, ci salvano dal nulla.

A proposito, c’è fra di voi un idraulico, ho un rubinetto che perde, ho cercato di fargli capire che perdere è meraviglioso, ma il mio rubinetto vuole vincere, non sente ragioni, è lo stillicidio dell’Essere! Vi ho convinti? Sono riuscito a convincervi che anche io sto lavorando come tutti voi? Non so fare un cappuccino, non so riparare rubinetti, ma so ascoltare i poeti con amore… Joseph Conrad diceva a sua moglie Jessie George: “Come faccio a spiegarti che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”. Immaginate di essere sposati con Conrad.

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