In un calcio sempre pieno di impegni, forse la scadenza dei contratti non può più essere quella di sempre. Anche perché pure a stagione finita, la macchina sembra non fermarsi mai. L’esempio? Questa estate ci saranno gli Europei, mentre l’anno prossimo si giocherà il Mondiale per club. Formula inedita (32 squadre) ma soprattutto date quasi senza soluzione di continuità: si giocherà dal 15 giugno al 15 luglio 2025, negli Stati Uniti. E a partecipare saranno anche due italiane grazie al ranking: Inter e Juventus. E i contratti cosa c’entrano?

Basti pensare a questo: la scadenza, di solito, ha una data precisa. In Europa si fa coincidere con il 30 giugno, quando, in linea ormai molto teorica, i campionati sono già terminati da un pezzo e il ritiro di inizio stagione non è ancora cominciato. Ma cosa potrebbe succedere per chi ha il contratto in scadenza nel 2025?

La domanda è stata già esposta alla Fifa, che non ha ancora proferito risposta. Nello specifico, ad oggi l’Inter conta 5 giocatori in scadenza nel 2025: Dumfries (che potrebbe però essere già ceduto questa estate), de Vrij, Arnautovic, Darmian e Acerbi. La Juve? Ancora peggio: Chiesa, McKennie, Kean, Danilo, Iling, Szczesny, Perin, De Sciglio e Pinsoglio. In un caso o nell’altro, ci sono molti elementi importanti, che rischierebbero di non poter prendere parte alla competizione e rischierebbero di mettere in difficoltà numerica i club (la Juve, per esempio, si ritroverebbe senza portieri).

Come risolverla? Segretari di club e federazioni sono convinti: si procederà con una deroga. E i precedenti ci sono. Nell’estate 2020, quella post primo lockdown per Covid, i campionati erano finiti più tardi. E con loro, anche le competizioni parallele. Aveva fatto scuola, per esempio, il caso di Callejon, che era sceso in campo con il Napoli a luglio e agosto anche per le partite di Champions League.

L’esterno, qualche mese fa, ai microfoni di Relevo si era anche lamentato di aver giocato gratis: era stato possibile proprio grazie a una deroga speciale concessa dalla Fifa. Deroga che aveva riguardato anche Thiago Silva con il Psg (aveva giocato anche la finale di Champions contro il Bayern Monaco, prima di passare a parametro zero al Chelsea) e Leroy Sané con il Manchester City. Il caso per l’attaccante tedesco però fu ancora più curioso: gli inglesi avevano ottenuto il permesso di utilizzarlo, pur sapendo che il giocatore avesse già trovato un accordo con il Bayern Monaco. E per questo motivo, pur avendone facoltà, decisero di non impiegarlo mai per le partite che sarebbero rimaste da giocare da luglio in avanti.

Un caso simile si era presentato con i Mondiali in Qatar, quando alcuni giocatori, seppure in inverno, giocarono da svincolati o in trattativa per una risoluzione del contratto che sarebbe poi avvenuta a manifestazione in corso (si pensi a Cristiano Ronaldo con il Manchester United). A ovviare il problema, però, era il fatto che i giocatori facessero in quel caso parte di una squadra di Federazione e non in un club. Differenza sottile, ma sostanziale. In un modo o nell’altro, la soluzione è alla portata. Ma il tema diventa sempre più dibattuto. E con un calcio sempre più pieno di partite (per usare un eufemismo), la questione potrebbe non essere da poco.

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