Come è ormai chiaro a tutti gli organismi di controllo sanitario nazionale (Iss) e a tutti cittadini ammalati in Campania, tra i quali anche il sottoscritto, ma a quanto pare non al Presidente De Luca, la Regione Campania non ha mai registrato dati sanitari ed epidemiologici così tragici come quelli attuali e non merita certo toni da cabaret. Da quando seguo con attenzione i fenomeni sanitari legati al più grave e negato disastro ambientale d’Italia, sono costretto purtroppo a rilevare che sotto la gestione De Luca si sta concretizzando (e sembra purtroppo quasi irrecuperabile) una “tempesta perfetta” sanitaria, dalla quale riusciremo a sopravvivere in pochi.

La Regione Campania, ormai in via ufficiale, registra oggi dati di incidenza sul cancro assolutamente folli e da record negativo nazionale ed europeo, in particolare Acerra e i Comuni di Terra dei Fuochi.

Da quando ho conosciuto Padre Maurizio Patriciello nel 2009, abbiamo combattuto insieme per tentare di fermare questa strage, che è divenuta tanto più grave in quanto negata oltre ogni evidenza scientifica e umana. La malagestione dei rifiuti industriali non si è mai fermata sotto De Luca, anzi, da 4 milioni di tonnellate, anno di rifiuti speciali nel 2009, si è passati a 9.1 nel 2022 (dati Ispra) da gestire, senza che la Campania in tutti questi anni sia riuscita a realizzare un solo impianto finale a norma per rifiuti speciali e non urbani.

Siamo l’unica regione di Italia a discarica zero da trenta anni, che vuol dire obbligato incremento senza freni di incidenza di cancro attorno a tutte le ben 2746 discariche non a norma censite da Ispra (aprile 2023) e mai bonificate come certificato da Iss (Istituto Superiore Sanità) nel febbraio 2021 alla Procura di Napoli Nord.

Ricordiamo le richieste di Iss alla Regione scritte nella relazione alla Procura di Napoli nord: “Si evidenzia l’urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento dei rifiuti (non fatto, nda), bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati in questi siti, incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti (specie industriali e non urbani, non fatto!, nda), attivare un piano epidemiologico permanente delle popolazioni (non fatto!, nda) implementare un piano di Sanità pubblica in termini di Prevenzione Primaria e Secondaria, terapia ed assistenza non fatto!, nda).

“Tali attività dovranno essere oggetto, fin dalla loro ideazione, di un piano di comunicazione e condivisione con le popolazioni locali, le associazioni presenti sul territorio le istituzioni e i governi locali (a questo servirebbe un Padre Maurizio Pippo Baudo? non fatto!, nda).

“Alla luce di quanto su esposto si propone di estendere il presente studio a tutti i Comuni delle Province di Napoli e Caserta (non fatto!, nda) in modo da disporre di una adeguata proporzione di comuni privi di siti di abbandono incontrollato e di combustioni, che rappresenterebbero il riferimento interno dell’analisi verso cui effettuare gli opportuni confronti.”

Iss di fatto chiedeva un confronto interno tra Comuni tipo Positano, Sorrento e Cilento vs i Comuni dove insistono i 2746 siti tossici da bonificare e mai bonificati e dove, a detta di De Luca, “lo Stato è assente. Punto!” tipo Caivano e Acerra.

Nulla ad oggi è stato fatto in concreto, pure avendo speso la Regione decine e decine di milioni di euro: i dati epidemiologici arrivano con troppo ritardo per essere utili, i risultati dei vari Progetti tipo Spes non arrivano proprio, vedi caso Pellini ad Acerra.

Così, mentre De Luca si diletta a “ironizzare” sulla frangetta alla Pippo Baudo di padre Maurizio Patriciello, da almeno 15 anni, di cui una buona parte sotto la sua diretta gestione, non meno di 12 cittadini campani al giorno si ammalano e muoiono in maniera evitabile e non evitata. Si tratta quindi di non meno di 45mila cittadini che si aspettavano di essere tutelati meglio delle pummarole San Marzano e invece sono morti, uccisi dall’inquinamento (rapporto CREA Salute gennaio 2023)!

Sapere che la media nazionale di cancro del polmone registra circa 97 casi/100mila abitanti rispetto a Napoli e Caserta – 132/100mila – significa certificare un eccesso di solo cancro al polmone di 35 nuovi casi/100mila abitanti, cioè 350 ogni milione, quindi 1925 su 5.5 milioni di abitanti.

Quello che la poco illuminata gestione di De Luca non riesce neanche a vedere è che questo eccesso di cancro, se curato dai migliori oncologi del mondo, anche del polmone, ma con farmaci sotto brevetto ad altissimo costo, è la mazzata finale che sbriciola il nostro Ssn regionale. Non preoccuparsi di frenare l’eccesso di casi incidenti in continuo aumento per mancato controllo del territorio e dell’ambiente, insieme al voluto ritardo e mancanza di dati aggiornati per una sana e corretta programmazione sanitaria con i voluti ritardi nella pubblicazione dei dati dei registri tumori, insieme alla cura in eccellenza mondiale ma utilizzando farmaci sotto brevetto ad altissimo e non monitorato costo da parte della Regione Campania, ha una sola possibile conseguenza: lo sbriciolamento di cui sopra.

Chi ha tempo e voglia in Campania di preoccuparsi se Padre Maurizio assomiglia di più a Pippo Baudo o a Jerry Lewis? Soltanto Vincenzo De Luca: noi ammalati anche oggi dobbiamo cercare di salvarci da soli.

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