Vittoria netta per i socialisti spagnoli di Pedro Sanchez in Catalogna. Con il candidato a governatore Salvador Illa, sono la prima forza politica della regione davanti al partito indipendentista Junts per Catalogna. Dopo 13 anni i partiti a favore dell’indipendenza hanno perso la maggioranza nel Parlamento catalano. A questo punto negli scenari di possibili alleanze di governo la più probabile è un’intesa tripartita fra Psc, Erc e Comuns Esquerra.

Junts con Esquerra Republicana de Catalunya del governatore uscente Pere Aragones, e l’anticapitalista Cup ottengono complessivamente 59 seggi dei 135 della camera catalana, distanti dalla maggioranza assoluta di 68 scranni. Il Psc di Illa ha ottenuto 42 seggi (con il 28% dei voti), davanti a Juntx con 35 scranni (21,6% dei voti), mentre Erc si è fermato a 20 (13,7%), la Cup ha più che dimezzato la presenza, con 4 seggi (4%). I tre partiti indipendentisti nelle precedenti elezioni del 2021 avevano ottenuto 74 poltrone. Il Partito Popolare si attesta come quarta forza politica con 14 seggi, davanti all’ultradestra Vox, con 11, e ai Comuns dell’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, con 6 scranni.

“Congratulazioni a Salvador Illa per questo storico risultato ottenuto in Catalogna. Noi socialisti siamo di nuovo la prima forza. Da oggi inizia in Catalogna una nuova tappa per migliorare la vita dei cittadini, ampliare diritti e rafforzare la convivenza”, scrive su X il premier spagnolo Sánchez. “La Catalogna è pronta per trasformare in realtà un futuro nuovo e aprire un periodo di speranza”, ha aggiunto il leader iberico.

Negli scenari di possibili alleanze di governo, la più probabile, secondo tutti gli analisti è un’intesa tripartita fra Psc-Erc e i Comuns Esquerra repubblicana potrebbe lasciare definitivamente alle spalle il blocco indipendentista, rafforzando l’intesa con i socialisti, di cui è interlocutore privilegiato anche del governo progressista Psoe-Sumar. Pedro Sanchez vedrebbe così rafforzato l’esecutivo per canalizzare le tensioni politiche crescenti a livello nazionale della difficile legislatura. La politica del premier della “riconciliazione” e della “concordia” in Catalogna, portata avanti dal 2018, culminata con gli indulti ai leader indipendentisti e la legge di amnistia, negoziata in cambio degli appoggi dei partiti catalanisti all’esecutivo Psoe-Sumar, sembra quindi essersi rivelata vincente.

“Erc si farà carico della volontà dei cittadini e lavorerà per dar seguito al proprio progetto politico, dalla posizione che i cittadini hanno deciso, l’opposizione, ha però detto “a caldo” Pere Aragonès, governatore uscente della Catalogna e candidato di Esquerra Republicana (Erc) commentando i risultati. “Sono stati risultati molto negativi”, ha aggiunto, osservando che a partire da oggi “si apre una nuova tappa” nella regione che “la Catalogna non è estranea all’ondata reazionaria e conservatrice che si sta vivendo in Europa in generale”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Lavrov sfida l’Occidente: “Vuole combattere? La Russia è pronta”. Nuovi raid sull’Ucraina. E Kiev cambia il comandante della zona di Kharkiv

next
Articolo Successivo

Così Israele costringe allo sgombero i beduini palestinesi: demolite 47 case, cacciati in 300

next