Potrebbe essere la Francia il primo vero banco di prova di un avvicinamento, se non di un’alleanza, tra le formazioni che fanno parte del Partito Popolare Europeo e la leader che fino a pochi giorni fa rappresentava quella destra estremista alla quale non ci si doveva avvicinare, la linea rossa da non varcare per evitare di essere risucchiati nel vortice dell’anti-europeismo, dell’anti-atlantismo e dell’anti-liberalismo: il Rassemblement National di Marine Le Pen.

Proprio a casa sua, nella Francia politicamente indebolita dalla débâcle di Renaissance di Emmanuel Macron alle Europee, potrebbe nascere un’intesa tra forze Popolari e Identitarie. Ad annunciarlo in un’intervista tv è stato il presidente dei Républicains, Éric Ciotti, che senza ricorrere a espedienti linguistici ha detto chiaramente: “Siamo troppo deboli, abbiamo bisogno di un’alleanza” per poter sperare di competere alle elezioni legislative convocate dal presidente per il prossimo 30 giugno. E quell’alleanza, con la sinistra che ha già annunciato nomine congiunte tra Socialisti, France Insoumise, Eelv e Comunisti e con il capo dello Stato debole e isolato all’Eliseo, non può che essere con la vera anti-Macron, la leader di RN.

Non sono ancora chiari i termini dell’accordo, se si tratta di candidature uniche come nella gauche o di un’intesa su un supporto reciproco al ballottaggio per la formazione di un governo a doppio simbolo, ma ciò che è chiaro è che si tratta del primo esperimento che può rompere quell’argine che fino a oggi ha separato il Ppe e Marine Le Pen anche in Europa. L’avvicinamento alla leader della destra francese è stato anche un punto di scontro tra Matteo Salvini e il suo alleato di governo, Antonio Tajani, che è anche vicepresidente dei Popolari. Il ministro degli Esteri da mesi nega ogni possibilità di intesa con RN e anche il 23 maggio scorso aveva ripetuto: “Con Marine Le Pen ci sono diversità politiche e culturali, mi pare difficile che il Ppe possa fare accordi con lei”. Lo stesso aveva fatto nei mesi scorsi il presidente popolare, Manfred Weber: “Vogliamo lasciare l’Europa nelle mani di Le Pen che dopo l’occupazione della Crimea da parte della Russia ha dato sostegno a Putin? Sono stufo di avere lezioni da loro: i populisti dicono di amare le loro nazioni ma sono burattini di Putin”. E ancora: “Deve essere chiaro che Le Pen è finanziata dalla Russia e Viktor Orban dalla Cina. Le forze populiste di estrema destra sono per il nazionalismo e l’egoismo”.

E invece l’ipotesi è tutt’altro che peregrina se si guarda a ciò che sta succedendo in Francia. Ma da qui a essere condivisa c’è una bella differenza. Tanto che anche nei Repubblicani sembrano esserci attriti per la decisione annunciata dal presidente. In mattinata, Le Figaro ha diffuso la notizia di un accordo raggiunto tra Les Républicains e Rassemblement National, qualcosa di mai successo nella storia della Quinta Repubblica. Poco dopo, però, la segretaria repubblicana, Annie Genevard, aveva smentito: “Con Gérard Larcher, Bruno Retailleau, François-Xavier Bellamy e Éric Ciotti abbiamo messo agli atti una posizione che è una posizione di indipendenza. A questo stadio, nulla mi conferma questa ipotesi anticipata da Le Figaro. Se questo fosse il caso, sarebbe grave”. E invece Ciotti ha proprio confermato le indiscrezioni del quotidiano francese, in evidente contrasto con una parte del suo partito.

Lo stesso clima, secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, si respira nella famiglia del Ppe a Bruxelles. In molti temono che quello francese possa diventare un esperimento per preparare il campo a intese, anche circoscritte, con RN. D’altra parte, la possibilità che Marine Le Pen possa diventare, nel 2027 o addirittura a breve, la prima presidente donna della Francia è concreta e a quel punto non potrà più essere ignorata. Non è ancora possibile sapere se questo processo si concretizzerà veramente. Se sì, non avverrà pacificamente: la strada della legittimazione di Le Pen è lunga, fatta di scontri tra le varie anime del Partito Popolare e, questo è sicuro, lascerà dietro di sé una lunga scia di vittime politiche.

X: @GianniRosini

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