Ogni giorno, l’industria bellica russa riesce a produrre 12.320 proiettili di artiglieria, ciascuno dei quali costa circa mille dollari. Significa 375mila proiettili di artiglieria ma, soprattutto, il triplo dei rifornimenti occidentali all’Ucraina. In un anno i proiettili made in Russia sono 4,5 milioni per un costo di 4,5 miliardi di dollari. Le cifre sono frutto di una ricerca della società di consulenza Bain & Co, ripresa da Sky News. Nello studio si stima che il ritmo produttivo non dovrebbe subire rallentamenti nel 2024. La carenza di munizione è invece uno dei problemi che stanno affliggendo le truppe ucraine mentre i russi conquistano terreno.

I rifornimenti che giungono da Usa e paesi europei non sono sufficienti per le necessità delle truppe di Kiev. Anche i costi di produzione occidentali sono sensibilmente più alti, in medio quattro volte tanto quelli russi, con Mosca che ha da tempo riconvertito diversi impianti industriali ad esigenze belliche. In una certa misura i risparmi derivano dal semplice fatto che Mosca produce proiettili da utilizzare subito e che quindi non richiedono materiali che ne assicurino a lungo la conservazione. Spesso si tratta di siti di proprietà statale come nel caso di Uralvagonzavod, dove viene realizzata un’ampia gamma di equipaggiamenti militari. Altri stabilimenti chiave sono quelli di Tula Ordnance, Kurganmashzavod e Nizhny Novgorod. Mosca riceve rifornimenti anche da paesi terzi. La Corea del Nord ha ad esempio venduto alla Russia 350mila proiettili. Al momento, secondo le stime dell’intelligence estone, la Russia possiede almeno 4 milioni di proiettili, sufficienti per un anno di conflitto a bassa intensità.

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