Con un emendamento al ddl sicurezza in esame in commissione alla Camera, il governo propone di intervenire sulla legge a sostegno della filiera della canapa ad uso industriale, con quantità di Thc inferiore allo 0,2%, la cosiddetta cannabis light. L’emendamento vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge stessa, e quindi quelli industriali consentiti. Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo Unico sulle Sostanze Stupefacenti, parificando la cannabis light a quella non light.

È l’ennesimo tentativo portato avanti dal governo Meloni di bloccare la commercializzazione di una sostanza di per sé completamente innocua. Poco meno di un anno fa un altro decreto, aveva limitato sensibilmente le possibilità di acquisto. Dal 22 settembre 2023, nei negozi che attualmente vendono la sostanza, non è più possibile acquistare “prodotti da ingerire” a base di cannabidiolo, ma rimane possibile invece l’acquisto di cannabis light da fumare, cioè i fiori di canapa che contengono il cbd e non il thc. Ora la sostanza potrebbe anche essere vietata integralmente.

“L’ultima geniale idea del governo Meloni? Parificare la cannabis light – che non ha nessun effetto drogante – a quella non light. Per provare a raccattare 4 voti alle europee, chiuderanno 3mila imprese e 15mila lavoratori verranno licenziati. Lavoratori, tra l’altro, per la gran parte giovanissimi. E se non ci pensa lo Stato, ci penserà la mafia. Complimenti, Giorgia Meloni. Sempre dalla parte sbagliata della storia”, commenta su X Marco Furfaro, responsabile welfare e contrasto alle disuguaglianze nella segreteria Pd.

“Legalizziamo e regolamentiamo tutta la cannabis, liberiamola dal monopolio delle mafie: questa sarebbe l’unica sanatoria sotto il metro quadro che è urgente fare”, afferma Marco Grimaldi dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Invece questo governo – prosegue il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – se la prende con i piccoli imprenditori che commercializzano la cannabis light, con un emendamento che colpisce un settore da 12mila occupati”.

“Così come concepito l’emendamento sembra più mosso da un pregiudizio verso la cannabis e si pone in contrasto con la giurisprudenza che riguarda la canapa industriale. Inutile dire che se dovesse essere approvato aprirà la strada a numerosi contenziosi da parte di chi opera da anni nel settore disciplinato dalla 246 del 2016 e svolge un’attività assolutamente lecita”. Così Giuseppe Libutti, avvocato costituzionalista che segue aziende di settore della cannabis light, interpellato sull’emendamento del governo al ddl Sicurezza.

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