di Federica Pistono*

Le ospiti del giovedì (Atmosphere Libri, 2024) è il secondo romanzo pubblicato in lingua italiana della scrittrice e giornalista saudita Badriya al-Bishr, dopo Profumo di caffè e cardamomo (Atmosphere Libri, 2015).

Come il precedente, anche questo testo appare incentrato sulla problematica dell’emancipazione femminile in Arabia Saudita, focalizzando l’attenzione sulle tematiche dell’amore, del matrimonio e del sesso in una società apparentemente impenetrabile ai costumi e allo stile di vita occidentali.

L’opera si presenta come un romanzo di formazione la cui protagonista, Mashael, ripercorre lo stesso cammino già attraversato dalla propria madre, nonostante tutti gli sforzi sostenuti per affermare un’identità distinta da quella materna. Proprio come la madre, Mashael si sposa più volte nel corso della vita e si ritrova ad abbandonare i figli al padre, rivivendo, da adulta, le scelte subite come figlia durante l’infanzia e l’adolescenza. La protagonista s’interroga sul significato profondo di tale comportamento, e cerca di ritrovare il senso della propria esistenza attraverso gli incontri del giovedì pomeriggio, quando le donne del vicinato si radunano in una casa per raccontare le esperienze personali e condividere gioie e dolori.

L’opera esplora la capacità della protagonista di analizzare il proprio universo interiore e assolversi da colpe commesse sull’onda delle pressioni sociali, in una società molto più disposta a comprendere e a perdonare gli errori degli uomini rispetto a quelli delle donne.

Tornano, in questo romanzo, tutti i temi già trattati dall’autrice nell’opera precedente: la discriminazione di genere, la rete di divieti, disuguaglianze e doppia morale che imprigiona le donne, il desiderio di emancipazione femminile, gli ostacoli che le ragazze devono superare lungo il percorso della crescita, l’oppressione delle donne sulle donne, le incomprensioni coniugali.

Il principale elemento nuovo che si riscontra nell’opera è costituito dal viaggio introspettivo che la protagonista compie nel proprio foro interiore per comprendere i meccanismi psicologici sottesi all’emulazione incondizionata della condotta materna. Il motivo centrale del romanzo è costituito dunque dall’analisi del rapporto madre-figlia, che condiziona l’intera vita della protagonista.

Intrappolata nel desiderio istintivo di seguire le orme materne, in un complesso alternarsi di attrazione e repulsione, la protagonista non riesce, nella prima parte della sua vita, a comportarsi in modo autonomo e responsabile: anche quando sposa un giovane di suo gradimento, dopo pochi mesi sono la noia e il desiderio di evasione a prevalere sugli altri sentimenti. Quando il matrimonio finisce, il personaggio non prova dolore, ma solo sollievo perfino di fronte al distacco dal figlio di pochi mesi.

Soltanto qualche anno dopo, dopo la fine di un altro matrimonio e l’abbandono di un altro bambino ancora in fasce, Mashael comincerà a interrogarsi sul proprio ruolo di madre e sulle responsabilità nei confronti dei figli. La storia termina quindi con il “risveglio” e la maturazione della protagonista, nel momento in cui questa comprende di essersi conformata a uno schema comportamentale ereditato da altri e decide di prendere le distanze dal modello fino ad allora inconsciamente seguito, recuperando il rapporto con i figli, abbandonati da tempo.

Il romanzo mette a fuoco il tema della noia della donna saudita che, privata della libertà, si trova claustrata fra le mura domestiche, spesso in compagnia di un uomo scelto da altri, e di una parentela femminile che non sempre conosce solidarietà e comprensione. L’unico attimo di evasione da una vita intessuta di tedio è rappresentato dalla riunione settimanale con le amiche. In questi incontri emergono ricordi, paure e traumi infantili, ma anche chiacchiere vuote, pettegolezzi e maldicenze; l’autrice dipinge un universo femminile spesso pervaso di invidie, gelosie e rancori.

Le “ospiti del giovedì” si rivelano, il più delle volte, noiose e annoiate, vittime di una società che nega ancora alla donna un ruolo responsabile e attivo, eterne bambine che, anche in età matura, si scambiano fotografie maschili nascoste nelle borsette e sognano matrimoni sempre nuovi e sempre uguali, destinati a sfaldarsi nell’incomprensione e nel fastidio reciproco.

Il libro presenta il merito di gettare una luce su una società ancora sconosciuta al lettore occidentale.

* Dottore di Ricerca in Letteratura araba, traduttrice, arabista, docente, si occupa di narrativa araba contemporanea e di traduzione in italiano di letteratura araba

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