“Dio mio Santissimo”. Così il leader di Azione Carlo Calenda, ospite della trasmissione L’aria che tira (La7), reagisce all’annuncio che il conduttore David Parenzo fa di un servizio su Roberto Vannacci, candidato alle europee nelle fila della Lega.
Nel corso della clip mandata in onda il senatore, candidato come capolista di Azione in tutte le circoscrizioni tranne che al Nord-Ovest, preferisce leggere i quotidiani sistemati sul tavolo, poi ribadisce: “Non me ne può frega’ de meno. Ci ho fatto pure un confronto a Dimartedì, andatevelo a vedere. Lui è un furbacchione. Se un ragazzo gay che vuole fare carriera militare si sente dire da un generale che un omosessuali è diverso e che deve farsene una ragione, penso che sia una cosa indegna di un paese civile. Fine. Faccio una mozione degli affetti: smettiamola di parlare di Vannacci“.

E aggiunge: “Sarà irrilevante a livello europeo, è irrilevante quello che pensa, ha scritto un libro da quinta elementare, ha venduto solo perché abbiamo gridato al fascismo. Vende anche Topolino, quindi non risponderò a nessuna domanda su Vannacci, non me ne frega niente. Vannacci non sa nemmeno quello che dice“.

Calenda attacca anche il quotidiano La Stampa, come già in altre occasioni: “Sono 6 mesi che non mi fa un’intervista perché ho detto che gli Elkann stanno distruggendo la Stellantis. Sono cancellato. Non c’è qui il direttore della Stampa per replicare? E chi se ne frega. Secondo te – continua rivolgendosi a Parenzo – me ne importa qualcosa? Fine. Continuerò a dire che aver dato 6,3 miliardi agli Elkann per pagarsi un dividendo da 2,9 miliardi e vendere l’azienda senza nessun obbligo per poi andarsene dall’Italia è una cosa criminale. E non me ne frega niente se La Stampa per questo non mi riprende. Non me ne frega nulla”.

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