Il traguardo è vicino e le sportellate si intensificano sempre di più ogni giorno che passa. Soprattutto tra alleati. Lo slogan “meno Europa” in bella mostra in tutta Italia sui manifesti elettorali della Lega non è piaciuto a Forza Italia e martedì Antonio Tajani lo ha messo in chiaro: “Dire ‘meno Europa’ “non ha alcun senso logico – ha detto il leader azzurro, nonché vicepremier e ministro agli Esteri – Se non siamo parte di un progetto più ampio siamo destinati ad essere travolti, ad essere ininfluenti. Serve un linguaggio meno roboante, meno da Capitan Fracassa“. La risposta del Carroccio è arrivata oggi: “È sorprendente che l’amico Antonio Tajani preferisca il bellicista Emmanuel Macron a Marine Le Pen – si legge in un virgolettato intinto nel vetriolo fatto filtrare alle agenzie da fonti della Lega -, come è sorprendente che l’altro giorno abbia criticato lo slogan della Lega ‘meno Europa’, visto che era la parola d’ordine scelta anche da Silvio Berlusconi per la campagna elettorale delle elezioni del 25 maggio 2014, quando l’attuale ministro degli Esteri era Commissario europeo”.

“La Lega ricorda male e si sbaglia – hanno sussurrato di lì a poco fonti azzurre nell’orecchio delle agenzie di stampa -: lo slogan di Berlusconi non era ‘meno Europa’, ma ‘Meno Europa in Italia, più Italia in Europa’. Forza Italia sosteneva e sostiene il principio di sussidiarietà: il livello più alto non faccia quello che può fare il piccolo. L’Europa si deve occupare di grandi dossier, come la difesa, l’immigrazione. Ma non tutti conoscono il significato di sussidiarietà”, concludono con una punta di veleno in coda alla nota.

Un litigio tra alleati in campagna elettorale, si dirà. Al voto mancano pochi giorni ed è nella logica delle cose, nella volata per aggiudicarsi il secondo posto nella coalizione dietro Fratelli d’Italia, che i due vicepremier si marchino a uomo. Certo. Ma la scaramuccia, per quanto apparentemente superficiale, nasconde divergenza sostanziali sulle due differenti visioni che i due partiti hanno di quella che dovrà essere l’Europa che verrà. Da una parte c’è Forza Italia, partito dalle posizioni sostanzialmente europeiste presente a Strasburgo e Bruxelles sotto le insegne del Partito Popolare Europeo, che è uno dei pilastri della maggioranza che sostiene la presidente della Commissione Ue uscente Ursula Von del Leyen (Popolari, Socialisti e Liberali) e di cui lo stesso Tajani è vicepresidente.

Dall’altra la Lega, il cui leader è il miglior amico in Europa di Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie e leader di quel Rassemblement National che è il principale partito dell’estrema destra in Francia che, tra le altre cose, per anni ha predicato l’uscita della Francia dall’euro e ora si limita a volerla portare fuori dalla Nato e “rimettere l’Unione europea al suo posto”, ovvero fermare il processo di integrazione tra gli Stati. E che giusto ieri ha annunciato la rottura con Alternative für Deutschland al Parlamento europeo e l’espulsione degli ultranazionalisti tedeschi dal gruppo Identità e Democrazia, di cui fa parte anche la Lega, per via delle dichiarazioni rilasciate dal capolista Maximilian Krah a Repubblica: “Non direi mai che chiunque indossi l’uniforme delle SS sia automaticamente un criminale”.

Oggi Tajani non si è lasciato sfuggire l’occasione: “Mi sembra un fatto positivo che finalmente la Lega si sia schierata per l’espulsione di Afd”, ha detto in un evento a Palazzo Wedekind a Roma, ma “il problema” oltre a Afd “è anche la signora Le Pen perché vuole uscire dalla Nato, non è certamente una europeista. Non si può pensare di governare l’Europa essendo contro l’Europa. Come facciamo ad andare d’accordo con chi vuole distruggere l’Europa? Noi siamo per la Nato e per l’Europa unita”, ha detto il leader forzista, che pare sempre più a disagio con le posizioni anti-europeiste dell’alleato e che non fa altro che ripetere come un mantra “mai con Le Pen” ogni volta che ne ha l’occasione.

Appena un’ora dopo le agenzie hanno battuto la nota al veleno delle fonti leghiste sullo slogan “meno Europa”. Seguito poco dopo dal rinforzo sulla Le Pen firmato direttamente dal segretario del Carroccio: “La riunione con Le Pen? – ha detto Salvini intercettato alla Camera – È andata benissimo, totale sintonia. Spero di riuscire a ricostruire il centrodestra europeo, ovviamente quando Tajani se la prende pure con la Le Pen secondo me sbaglia, però noi lavoriamo per unire, per costruire. C’è un bel clima”.

Il pensiero non può che tornare alla mossa messa a segno ieri dalla leader del Rassemblement National: dietro alla cacciata dal gruppo Identità e Democrazia degli impresentabili estremisti di destra di Afd, secondo molti osservatori, potrebbe esserci anche una strategia legata alle elezioni europee: ripulire ID dalle realtà troppo estremiste per trasformarlo in un gruppo appetibile per una possibile alleanza a destra nel Parlamento Ue. Tradotto: preparare il terreno per un’esclusione dei Socialisti dalla prossima maggioranza. Tajani ha già messo le mani avanti: “In Italia con Salvini non ho alcun problema, ma con Le Pen non condivido le posizioni su Ue e Nato – ha detto ieri -. La mia visione politica è quella del Ppe, credo nell’Europa che ha bisogno di riforme. Noi non saremo assolutamente alleati con Le Pen, spero in un’alleanza tra Popolari, Liberali e Conservatori, la maggioranza alternativa a quella di Verdi e Socialisti”.

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