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Ultimo aggiornamento: 19:06 del 19 Maggio 2024

Secondigliano dà un calcio a Gomorra. Grazie alle donazioni a Fondazione FQ riapre il campetto là dove c’era il fortino del clan Di Lauro

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Un campo di calcio dove dieci anni fa c’era il fortino del clan Di Lauro. A ridosso di quella che fu la più grande piazza di spaccio a cielo aperto, nel Rione dei Fiori, noto alle cronache come “terzo mondo”, oggi, in quelle stesse aiuole adibite al consumo di droga, ci sono decine di ragazzi che giocano. A Secondigliano nel parco Emilia Laudati è stato inaugurato il campetto finanziato grazie alla raccolta fondi “Un calcio a Gomorra” organizzata da Fondazione Il Fatto Quotidiano insieme all’associazione sportiva Secondigliano ASD. Alla presenza del Procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, del Procuratore di Napoli Nicola Gratteri e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi la struttura ha finalmente aperto i cancelli.

“È incredibile pensare che qui dove si spacciava droga adesso i giovani del quartiere potranno stare insieme, un segnale – dice il presidente dell’ASD Sconsigliano Vincenzo Strino – che oggi viene dato a tutta la comunità”. Un segnale che il Procuratore di Napoli Gratteri si augura che non venga sprecato. “Oggi è stato fatto un dono alla comunità – dice Gratteri – i cittadini sono chiamati a dimostrare di voler voltare davvero pagina tutelando questo bene come se fosse casa propria, qui di solito – spiega il Procuratore di Napoli – si sente dire che si è abbandonati dallo Stato, oggi lo Stato è qui presente e mi auguro che questo sia un punto di partenza per bonificare questo territorio anche dal punto di vista sociale”.

Il campetto interamente finanziato grazie al contributo dei lettori de Il Fatto Quotidiano per il Procuratore nazione Antimafia Giovanni Melillo deve essere da stimolo per Governo e amministrazioni locali. “A dire la verità – spiega Melillo – non è bello che sia una fondazione privata a realizzare un’opera di questo tipo, per questi progetti si dovrebbero impegnare denari pubblici per il risanamento delle periferie. Io oggi da magistrato ma anche da semplice cittadino – conclude – mi chiedo come sia stato possibile destinare decine di miliardi di euro alle proprietà immobiliari anziché alle periferie o al patrimonio pubblico”.

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