“Io capolista di Azione per le elezioni europee in quattro circoscrizioni su cinque? Non faccio promesse della serie ‘se mi eleggono lascio Roma’, come ha fatto Renzi. Perché se lo dici e non lo fai, come succederà a Renzi, stai truffando i cittadini”. Così a Non Stop News, su Rtl 102.5, il senatore di Azione Carlo Calenda risponde ai conduttori circa la sua decisione di candidarsi per le europee come capolista del suo partito in tutte le circoscrizioni tranne in quella del Nord-Ovest.

E spiega: “Quattro mesi fa ho proposto a tutti i leader politici di fare un patto per non candidarsi. Non è che abbia avuto un grande successo questo patto, visto come è andata. Io prima di candidarmi ho aspettato la candidatura della Meloni, ma il problema è questo: le liste di Azione sono formate da personalità che dal punto di vista tecnico sono il meglio che ci sia, però non sono politici professionisti, quindi – continua – io non li posso lasciare in una condizione per la quale si candidano tutti i leader politici, compresa la presidente del Consiglio, e io mollo i miei candidati. Ma ciò che faccio nella campagna è dire alle persone di andare a vedere le loro competenze e scegliere loro. Il partito non farà votare me, ma farà votare i candidati che sono di una qualità straordinaria”.

Calenda poi si esprime sull’inchiesta della procura di Genova in Liguria: “Noi ieri abbiamo fatto una proposta: se sei un concessionario pubblico, non puoi finanziare chi decide se darti o no la concessione. Al di là dell’inchiesta su cui poi decide la magistratura, l’assurdo e il patologico è proprio il fatto che questo sia del tutto legale: siamo l’unico paese in cui le società che fanno il ponte sullo Stretto di Messina finanziano la Lega il cui leader fa il ministro delle Infrastrutture. Ma è una cosa da pazzi – prosegue – Toti si deve dimettere? No, io non ho mai chiesto dimissioni per le inchieste, posso dare un elenco di una decina di governatori e di un paio di centinaia di sindaci che si sono dimessi per inchieste in cui poi sono stati assolti. Quindi, in questo caso, la maggioranza se ne deve assumere la responsabilità, chiedendosi se Toti può lavorare in queste condizioni. Nelle considerazioni la Liguria viene prima di tutto”.

E ribadisce, rifilando un’altra bordata a Matteo Renzi: “Disciplinare i finanziamenti è fondamentale, è importante dare l’idea che non sei soggetto al potere economico. Io già lo applico, ieri ho rinunciato ad una proposta di finanziamento di un fondo perché ha una concessione aeroportuale. Amen, discipliniamoci. Oggi abbiamo un sacco di gente in Parlamento che prende tanti soldi e non sappiamo da chi, perché non sono obbligati a dichiararlo, mentre nel Parlamento europeo sì: devi dirlo e persino astenerti dal voto se tu vieni pagato, faccio un esempio a caso, dall’Arabia Saudita e parli di politica estera“.

Commento finale di Calenda al confronto televisivo prossimo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein: “Nei Paesi civili, quando c’è un’elezione proporzionale come questa, i leader dei partiti devono essere rappresentati al dibattito, così le persone sono in grado di vedere e capire i programmi. Si fa, insomma, come si fa in America con le primarie. La Schlein dice sempre che non vuole il premierato ma poi fa un confronto da premierato“.

A Calenda ha poi risposto con un Tweet il senatore di Italia Viva, Francesco Bonifazi, annunciando “denuncia civile” per delle affermazione relative allo stadio di Roma. “Calenda si sente scivolare la terra sotto i piedi, perde anche oggi un parlamentare e allora attacca Renzi. Anziché giustificare la sua scelta di prendere in giro i cittadini con una candidatura fasulla, Calenda attacca ancora la Lista Stati Uniti d’Europa: siamo la sua ossessione. Non gli consentiremo di sporcare la campagna elettorale con il suo fango. La verità è semplice: Calenda, Tajani, Meloni e Schlein si candidano ma dicono da subito che non vanno in Europa. Renzi invece accetta la sfida e va a Strasburgo. La differenza è evidente. Calenda è disperato e attacca noi: parli delle sue idee, se gli riesce. Se non le ha cambiate come ha fatto con Emiliano alleandosi con Conte e i Cinque Stelle. Ho già firmato una denuncia civile nei confronti di Calenda per le falsità che ha detto su di me sullo stadio di Roma, sarà un dovere firmarne altre se necessario”.

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