Dovevano essere in pochi, ma si sa Alessandra è limitless e cosi’ eravamo metà di mille sulla magnificente terrazza del Mediterraneo Renaissance che poi è di famiglia (suo marito è l’amato e riservato Giovanni Naldi). Impossibile incasellare Alessandra Rubinacci, mente creativa dell’arcinoto brand di alta sartoria, figlia d’arte, bella, bionda, azzurra e solare come mamma Barbara (che tenerezza quando la invita a salire sul cubo e le sussurra: ‘Mamma, ti devo tutto’). Anche al padre Mariano che ha vestito i gentiluomini piu’ eleganti del mondo. Alessadra, seguitissima instagrammer e tiktoker, dove si prende in giro e ironizza su stereotipi ingessati del demi/bourgois, del fashion show e del jet set in picchiata. Dicono di lei: è la nostra Madonna. Non si sa se si riferiscono alla rockstar o alla quella dell’Ascensione.

Il suo vangelo (laico) comincia dall’invito: “Guardati allo specchio e decidi cosa vuoi essere per un giorno”. Altra lettura è in chiave psicanalitica, lasciarsi andare, niente freni, (s)ballare, musica a palla fino a non poterne piu’. Da mezzogiorno a mezzanotte sul cubo le mise piu’ stravaganti, un tripudio sbertucciante di pailettes, piume, nude/look, maschere, mascherine, che poi lei si è divertita ad associare a quelle che hanno sfilato al Gala Met, sulla scalinata del Metropolitan Museum di New York. Se oltreoceano il tema era “Sleeping beauty”, Alessandra Wonder non ha imposto limiti al trash/glam. Vestita da sirena partenopea, silver look, cantava I will survive di Gloria Gaylor, rappeggiava i neodmelodici, gorgheggiava Mahmood, rispolverava Pino Daniele. Lei sul cubo, sullo sfondo il Vesuvio, da quassù anche Maschio Angioino sembrava il castello del lego. Tutt’ intorno gli adoranti a mani alzate a turno aspettavano “‘ a chiamata” per duettare e fare boccuccia con lei.
Prelibatezza servite, risottini e paranze, babà e sfogliatelle. Bollicine tante, da farsi una doccia di cin cin.

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