“Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini un paese perde il suo desiderio di futuro. Il vecchio continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato”. Così Papa Francesco intervenendo agli Stati generali della natalità. “Non si riesce a frenare questa emorragia di vita – continua il Papa, citando un dato riferitogli da uno studioso della demografia – In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. Questo è brutto”.

Il problema della natalità, secondo il Pontefice, “è complesso” ma questo “non può e non deve diventare un alibi”. Il calo deve essere affrontato con “lungimiranza”. “A livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine”, ha continuato Papa Francesco. “C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. “Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”, prosegue, facendo l’esempio delle mamme che devono essere poste “nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

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Scontri tra studenti e polizia alla manifestazione contro gli Stati generali della natalità: 5 feriti

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