Questa mattina Le Monde ha pubblicato una lunga inchiesta sul “calvario” delle donne ufficiali, che subiscono e denunciano violenze e molestie sessuali da colleghi e superiori, ma che spesso, proprio aver denunciato, vengono sanzionate, mentre i presunti aggressori conservano le loro funzioni e continuano a fare impuniti la loro carriera. Il giornale ha anche raccolto testimonianze sulle molestie e le aggressioni sessuali che esistono nella più prestigiosa scuola militare in Francia, quella che prepara i futuri ufficiali dell’esercito francese, l’Accademia militare di Saint-Cyr, in Bretagna, fondata da Napoleone Bonaparte nel 1802, all’epoca primo console. La scuola accoglie ogni anno su concorso poco più di cento studenti. Un nuovo vaso di Pandora si sta spalancando nel #MeToo in Francia, che è già stato chiamato #MeTooArmée. Ad aprile il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, aveva lanciato una “missione di accertamento” sulle presunte violenze e aggressioni sessuali all’interno dell’esercito francese e mettere in pratica “misure di prevenzione, di protezione delle vittime e di sanzioni per gli aggressori”. Tutto è iniziato dalla denuncia di Manon Dubois, che si era arruolata in Marina a 17 anni (ora ne ha 23). Manon ha accusato un ingegnere elettrico di averla aggredita sessualmente a più riprese, nel 2019 e poi nel 2021, durante una missione nel porto di Brest, quando era appena maggiorenne, e poi durante un’altra missione al largo della Norvegia e della Scozia. Dopo le ripetute aggressioni, la giovane donna, sottufficiale di prima classe, aveva avuto il coraggio di denunciare la violenza ai superiori: il suo aggressore aveva ammesso i fatti ed era stato stato sospeso per due settimane, mentre a lei fu “consigliato” di non partecipare più ad alcuna missione in mare. Manon Dubois ha deciso di lasciare la Marina: “Non volevo più lavorare per un’istituzione che protegge i colpevoli e esclude le vittime”. Il suo caso era stato a preso a cuore da Laetitia Saint-Paul, deputata del partito macronista Renaissance, a 43 anni lei stessa capitano dell’Esercito, che lo aveva segnalato al ministro. Si erano allora scoperte le falle della cellula Thémis, creata nel 2014 proprio per lottare contro le molestie sessuali e sessiste e ogni forma di discriminazione nell’esercito: era emerso che, nel 2023, 700 persone avevano contattato la piattaforma, di cui 200 per molestie e violenze sessuali, ma che erano state emesse solo una cinquantina di sanzioni. Da allora le testimonianze si moltiplicano: in un mese Laetitia Saint-Paul ha ricevuto un centinaio di segnalazioni. Nella sua inchiesta di oggi, Le Monde racconta il caso della caporale Rose (nome di fantasia), 24 anni, che ha deciso di denunciare lo stupro subito da un superiore nel 2022. Il 30 aprile la gerarchia le ha comunicato la sua decisione: Rose “da vittima è diventata colpevole”. Poiché è risultato che avesse consumato dell’alcool la sera dell’aggressione, è lei ad essere stata sanzionata: inviata “per quindici giorni in una piccola cella con bagno, barriere alle finestre e un cortiletto per uscire a fumare”. Le Monde racconta il caso di Flora, capitano, 36 anni. Anche lei è stata sanzionata per aver denunciato uno stupro: nel 2022, durante una formazione da paracadutista, a Pau, un istruttore era entrato nella sua stanza e aveva abusato di lei. Flora non sa esattamente cosa era successo: “La sera avevo bevuto, ma in quel momento ero proprio incosciente. Mi ha drogata? La mattina mi sono svegliata senza pantaloni e senza biancheria e delle compagne mi hanno detto di averlo visto su di me”. L’istruttore è stato sanzionato per “comportamento inappropriato” e sospeso per quindici giorni. Lei è stata a sua volta sospesa per dieci giorni. Le Monde evoca anche le “molestie generalizzate” nei confronti delle ragazze allieve della prestigiosa Accademia militare di Saint-Cyr. Il giornale ha potuto consultare una lettera che dei formatori della scuola hanno inviato alla direzione per allertare su una situazione “molto preoccupante”, denunciando “comportamenti passibili di sanzioni disciplinari e penali”. Il giornale parla di “concorsi di like” sulle ragazze organizzati su gruppi Whatsapp, che coinvolgono allievi ma anche superiori. Cita il caso di un battaglione in cui i ragazzi hanno imposto alle ragazze il “divieto di portare string” (perizoma). Alle ragazze spesso non si rivolge neanche la parola né uno sguardo per denigrarle. Sono riportati casi in cui le allieve vengono trattate apertamente come “puttane”. Nel novembre 2023 erano stati segnalati alla giustizia dei fatti “di natura sessuale”. Delle ragazze avevano denunciato degli “stupri”. “Non si raggiunge neanche il 10% di allieve ufficiali – osserva un ufficiale parlando al giornale dietro anonimato -. Sono le prime ad abbandonare dopo tre anni di formazione, perché le pressioni, gli insulti, l’isolamento e la mancanza di aiuto sono troppo forti”. Da testimonianze raccolte dal giornale la gerarchia sarebbe al corrente di tutto, ma è “la cultura del silenzio” a prevalere. Non per niente, la prestigiosa Accademia è stata chiamata la “Grande Muette” da Guillaume Ancel, un ex tenente colonnello che in un libro recente (pubblicato a gennaio da Flammarion) racconta la sua esperienza di tre anni nella scuola, denunciando “una cultura maschilista obsoleta, ultra cattolica e che rasenta l’estrema destra”.

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