Non ci sono solo le 200 famiglie da espropriare e una città che cambierà sensibilmente i connotati e che per almeno nove anni dovrà fare i conti con l’inquinamento atmosferico, acustico, lo stato delle acque e la salute dei propri abitanti. A causa della Tav, Vicenza – patrimonio dell’Unesco col suo centro storico e le ville palladiane – rischia di perdere il polmone verde della città, il Bosco Lanerossi. Si tratta di un’area di ben 11mila metri quadrati attigua all’ex Pettinatura Lanerossi, chiusa dal 1994. Nel giro di 30 anni la superficie si è trasformata in un bosco selvaggio, abitato da cerbiatti e tassi e che presenta 75 specie vegetali diverse. Un patrimonio di tutta la città destinato a scomparire: a seguito della presentazione del progetto definitivo dell’Alta velocità, infatti, al posto dell’ex Lanerossi sorgerà il campo base e l’area di cantierizzazione a servizio dei lavori.

Per questo motivo la scorsa settimana centinaia di attivisti hanno occupato il bosco e dato vita a una serie di iniziative. “Stando al progetto di Iricav2 ed RFI la zona interessata dal cantiere industriale sarà proprio la zona boschiva – racconta Marco Zilio dell’assemblea degli attivisti – e non la struttura fatiscente dall’ex pettinatura che dovrebbe essere altrimenti sottoposta a bonifica. Riteniamo, per questo, che questo luogo debba essere difeso e protetto per la sua storia e la sua importanza naturalistica”. E mentre a giorni è atteso il verdetto del Tar, dopo il ricorso di Italia Nostra, sul progetto che riguarda il lotto 2 (Vicenza Ovest), l’abbattimento degli alberi viene dato come imminente – al massimo dieci giorni – poiché inserito nella fase di precantierizzazione (nell’area dev’essere svolta la bonifica bellica).

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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