Il presidente della Repubblica di Francia Emmanuel Macron e l’ex presidente del Consiglio Mario Montivanno curati” e “sono pericolosi“. Lo pensa il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini che ha commentato così le uscite del capo dell’Eliseo e dell’ex premier sull’ipotesi di invio di truppe in Ucraina. “Mi turba che dopo Macron, anche Monti oggi parli dell’invio di soldati italiani a combattere in Ucraina – dice Salvini parlando a Rho Fiera, a Milano – Questi vanno curati: chi la pensa così e lo dice come se fosse una cosa normale, vale per Macron e per Monti, sono pericolosi”. “Parlare di soldati italiani che potranno andare a combattere e morire in Ucraina lo ritengo una cosa gravissima“, ha continuato Salvini. “Ieri – ha detto ancora il leader leghista – Putin ha invitato al dialogo e io spero che il 2024 sia l’anno della pace. Se Monti e Macron hanno tanta voglia di combattere, vadano in Ucraina. Io sono disponibile a ricostruire porti, ferrovie, strade, scuole e ospedali. Quando qualche italiano parla facilmente di guerra e soldati che combattono e muoiono fuori dai confini, secondo me c’è dietro un problema“. A prescindere dal cosa, il come sembra mettere in imbarazzo il resto della maggioranza. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti prova a rimetterla a posto così: “E’ legittimo che ogni capo di Stato abbia le sue opinioni su eventuali interventi che, però, ovviamente possono e devono impegnare il proprio paese. Dopodiché il resto non mi permetto di commentarlo perché non ne vedo la necessità”.

Cos’aveva detto Monti in un’intervista a Radio24? “Io credo che a un certo punto potrà essere necessario” mandare truppe di terra in Ucraina. Ma, “io credo” anche “che, più che mandare uomini a combattere là, come dice Macron, serva intensificare ulteriormente il sostegno finanziario e con armamenti“. “Se pensiamo che la Russia possa davvero andare anche più ad occidente dell’Ucraina, se queste sono le sue intenzioni, è chiaro che va fermata”, ha aggiunto l’ex premier.

Come noto la Lega, che ha sempre votato tutti i provvedimenti sugli aiuti militari, ha spesso posto la questione di una ripresa e un rafforzamento dei canali diplomatici: dal punto di vista comunicativo il Carroccio ha ulteriormente spinto su questo tasto nelle ultime settimane con l’inizio della campagna elettorale. A questo proposito la Lega ha invitato l’ambasciatore di Francia in Italia Martin Briens alla Camera per essere audito. A fare la convocazione è stato il presidente della commissione Politiche Ue, il leghista Alessandro Giglio Vigna: “L’invio diretto di truppe Ue nel conflitto in Ucraina sarebbe una follia, la Lega è completamente contro questa ipotesi” ribadisce Vigna. Il presidente di commissione precisa peraltro che “il Parlamento non ha potere di convoca è un invito ma ritengo che l’ambasciatore francese debba chiarire, precisare ed eventualmente smorzare le parole” di Macron.

Quanto alla linea del governo, il centrosinistra unito (cioè Pd, M5s e Verdi-Sinistra) hanno chiesto in Aula all’esecutivo di riferire “sulla natura delle armi inviate in Ucraina”. “Presidente – ha detto il capogruppo dei 5 Stelle Francesco Silvestri – mi chiedo se vi sembra normale che il nostro Paese debba venire a conoscenza che questo governo sta mandando missili a lunga gittata nel conflitto ucraino-russo non dal ministro italiano ma quello britannico. Credo che su questo il governo debba venire immediatamente a riferire”. Alla richiesta si sono aggiunti Avs e Pd.

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